Il cuore malato di Mobley

Dieci anni di professionismo, 16 punti di media a partita in carriera: tra il 1998 e il 2008 Cuttino Mobley è passato attraverso Houston, Orlando, Sacramento, Los Angeles (sponda Clippers), New York. Lì, nella Grande Mela, la sua avventura nel mondo NBA sembra vicinissima alla fine. Mobley, da poco approdato ai Knicks in compagnia di Tim Thomas all'interno della trade che ha portato Zach Randolph e Mardy Collins nella Città degli Angeli, non ha superato i test fisici necessari per poter essere dichiarato idoneo all'attività agonistica. Il motivo? Una malattia cardiaca (cardiomiopatia dilatativa) che porta il muscolo cardiaco ad aumentare in modo anomalo le proprie dimensioni, la stessa malattia che, in passato, fu fatale ad altri sportivi professionisti, quali Hank Gathers, Reggie Lewis e Jason Collier , l'ex-centro bianco degli Atlanta Hawks, passato a miglior vita nella notte del 15 ottobre 2005, stroncato da un arresto cardiaco nel suo stesso letto.
New York ha comunque ratificato la trade, intavolata più che altro per il contratto in scadenza di Mobley nel 2010 che per una vera e profonda stima del giocatore (che, tutto sommato, all'interno della run-and-gun di D'Antoni sarebbe potuto essere utile), ma con molta probabilità Cuttino darà presto l'addio al basket giocato. Mobley, da tempo a conoscenza di questa malattia, manifestatasi ora con sintomi più gravi, aveva tuttavia firmato in passato una liberatoria per sollevare Rockets e Clippers da ogni responsabilità.
Il ritiro di Mobley lascerebbe, però, un varco importante sul perimetro all'interno dello starting-five dei Knicks: New York tornerà probabilmente presto sul mercato, e un'opzione interessante potrebbe essere l'ingaggio di Jerry Stackhouse. L'ex miglior sesto uomo dell'anno, relegato a un ruolo marginale a Dallas, ha chiesto pubblicamente di essere ceduto, e ulteriore motivo di interesse per i Knicks è il suo contratto in scadenza nel 2010, quando Lebron James sarà free-agent e libero sul mercato.
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