Colpaccio Detroit: preso Iverson

Dopo la terza finale di Conference persa consecutivamente, Joe Dumars, presidente ed ex-stella della franchigia, aveva annunciato grandi cambiamenti in estate: ci si aspettava la fine di un'era, di quel gruppo storico che sorprese il mondo piegando, nelle Finals del 2004, i Lakers dei fab-four. Billups, Hamilton, Prince, Wallace, McDyess: tutti i grandi veterani erano in gioco. La prima mossa fu ad effetto: cambio dell'allenatore, via Flip Saunders e panchina a Michael Curry, compagno di Dumars ai Pistons e profondo conoscitore del sistema di Mo-town. Ma della tanto chiacchierata blockbuster trade nessun'ombra. Emersero dei rumors, riguardo a un interessamento per Carmelo Anthony, l'altro primo violino di Denver, all'interno di uno scambio che avrebbe compreso anche Tayshaun Prince, ma non se ne fece nulla.
Ora, a pochi giorni dall'inizio della regular season, Detroit cambia radicalmente volto inserendo in un sistema paritario di giocatori altruisti e inclini alla difesa una superstella offensiva, accentratrice, egoista, ma indiscutibile campione. Quello per Iverson è un amore antico: i Pistons cercarono già di acquistarlo nel 2000, all'interno di una maxi-trade da 14 giocatori, poi saltata per il rifiuto di Matt Geiger, allora compagno di AI a Philadelphia. A Detroit arriva un giocatore leader (parola quasi stridente nel sistema dei Pistons, dove i 4 veterani - Billups, Hamilton, Prince, Wallace e, in misura minore, McDyess - si sono sempre considerati allo stesso livello) con tanti punti nelle mani, attaccante nato, ma anche nel tratto discendente della sua carriera (33 anni) e caratterialmente poco propenso ad accettare intrusioni all'interno del proprio territorio (non sarà facile accoppiarlo a un giocatore dal carattere estremamente forte come Wallace)
Detroit resta nell'immediato una delle squadre elite della Lega e candidata al ruolo di contender a Est, ma, essendo Iverson nell'ultimo anno di contratto (guadagnerà più di 20 milioni di dollari questa stagione), i Pistons vantano una situazione favorevole anche nell'immediato futuro: se, come prevedibile, McDyess (anch'egli in scadenza) verrà tagliato da Denver e ripreso dalla stessa Detroit a 30 giorni di distanza dalla trade (regolamento NBA), la franchigia del Michigan potrà presentarsi alla prossima estate con un discreto margine salariale per muoversi sul mercato dei free-agent (Carlos Boozer?). Smaltiti i contratti di Iverson e McDyess, Detroit avrebbe inoltre la possibilità di far crescere i giovani: Maxiell, Johnson e Stuckey - seriamente candidato al ruolo di point-guard titolare nella prossima stagione - e restare comunque competitiva nel prossimo futuro.
CHI CI GUADAGNA?
Per molti aspetti sembra una win-win trade, un'operazione di mercato all'interno della quale entrambe le squadre ottengono ciò di cui avevano bisogno. Tuttavia, per un certo verso, ricordando la recente trasformazione in positivo di Philadelphia dopo la prima cessione di Iverson, l'ago della bilancia pende dalla parte di Denver.
Fonte Yahoo
Ora, a pochi giorni dall'inizio della regular season, Detroit cambia radicalmente volto inserendo in un sistema paritario di giocatori altruisti e inclini alla difesa una superstella offensiva, accentratrice, egoista, ma indiscutibile campione. Quello per Iverson è un amore antico: i Pistons cercarono già di acquistarlo nel 2000, all'interno di una maxi-trade da 14 giocatori, poi saltata per il rifiuto di Matt Geiger, allora compagno di AI a Philadelphia. A Detroit arriva un giocatore leader (parola quasi stridente nel sistema dei Pistons, dove i 4 veterani - Billups, Hamilton, Prince, Wallace e, in misura minore, McDyess - si sono sempre considerati allo stesso livello) con tanti punti nelle mani, attaccante nato, ma anche nel tratto discendente della sua carriera (33 anni) e caratterialmente poco propenso ad accettare intrusioni all'interno del proprio territorio (non sarà facile accoppiarlo a un giocatore dal carattere estremamente forte come Wallace)
Detroit resta nell'immediato una delle squadre elite della Lega e candidata al ruolo di contender a Est, ma, essendo Iverson nell'ultimo anno di contratto (guadagnerà più di 20 milioni di dollari questa stagione), i Pistons vantano una situazione favorevole anche nell'immediato futuro: se, come prevedibile, McDyess (anch'egli in scadenza) verrà tagliato da Denver e ripreso dalla stessa Detroit a 30 giorni di distanza dalla trade (regolamento NBA), la franchigia del Michigan potrà presentarsi alla prossima estate con un discreto margine salariale per muoversi sul mercato dei free-agent (Carlos Boozer?). Smaltiti i contratti di Iverson e McDyess, Detroit avrebbe inoltre la possibilità di far crescere i giovani: Maxiell, Johnson e Stuckey - seriamente candidato al ruolo di point-guard titolare nella prossima stagione - e restare comunque competitiva nel prossimo futuro.
CHI CI GUADAGNA?
Per molti aspetti sembra una win-win trade, un'operazione di mercato all'interno della quale entrambe le squadre ottengono ciò di cui avevano bisogno. Tuttavia, per un certo verso, ricordando la recente trasformazione in positivo di Philadelphia dopo la prima cessione di Iverson, l'ago della bilancia pende dalla parte di Denver.
Fonte Yahoo
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