Mondiali 2014: intervista a Massimo Cilli

Prima come giocatore, poi come allenatore nazionale fino alla serie B con la Vis Nova, passando per l’esperienza da prezioso dirigente del Banco di Roma Campione d’Italia e d’Europa e per i sei anni di Presidenza della Lega Nazionale.
Massimo Cilli, oggi Consigliere Federale e Presidente della Tiber, manager dell’area marketing e comunicazione, con notevole esperienza nell’organizzazione di manifestazioni sportive internazionali di grande livello- su tutte le Olimpiadi Invernali di Torino 2006 e l’ultima America’s Cup di Valencia- guida il Comitato Promotore per l’organizzazione dei Mondiali Maschili di Pallacanestro del 2014. Una nuova scommessa, forse la più importante da vincere per portare finalmente in Italia quei Mondiali che finora non abbiamo mai ospitato…Perché l’Italia si candida ad ospitare il Mondiale?
Perché rappresenta un evento internazionale di portata planetaria, nonché un efficace volano per lo sviluppo del nostro sport e poi perché nonostante siamo tra le nazioni fondatrici della FIBA, non abbiamo mai organizzato i Mondiali in casa nostra.
Come si è arrivati a questa scelta?
Da una prima idea nata a Roma, la FIP, con il pieno appoggio del Coni, ha deciso di farsi direttamente carico della candidatura, cercando di utilizzare le migliori risorse disponibili al suo interno e nel proprio mondo. Fondamentale in questo senso la grande esperienza internazionale e la presenza nel mondo FIBA di un personaggio di spicco come Aldo Vitale.
Quali sono le possibilità dell’Italia?
La nostra è una candidatura forte, come abbiamo potuto constatare dai colloqui con alcuni membri del Bureau Central della FIBA a Pechino, dove siamo stati presenti nel corso di un pranzo a Casa Italia e dopo aver dato un assaggio del nostro potenziale grazie a un apprezzato filmato promozionale.
…E le nazioni concorrenti?
Ci sono Spagna e Francia che hanno larghe tradizioni cestistiche e organizzative, ma gli iberici hanno già ospitato il mondiale, così come i transalpini quello femminile. Poi c’è la Cina che può sfruttare l’onda lunga delle Olimpiadi, strutture solide, nonché fare affidamento su un asse politico-economico di gran livello. Ai Giochi è stato registrato un chiaro successo del torneo di basket, ma questo è un elemento di crescita per l’intero movimento.
A che punto è la nostra candidatura?
Entro il primo di dicembre dovremo completare l’impianto di candidatura e presentare nella prima decade del mese un dossier alla FIBA nella cornice di una cerimonia a Ginevra. Successivamente inizieranno i giri di verifica della Fiba nelle nazioni candidate. L’assegnazione avverrà a Istanbul il 22-23 maggio alla presenza del Central Board. Al momento stiamo preparando il dossier, un lavoro importante, basato su analisi, verifiche e approfondimenti delle strutture sportive, di accoglienza e soprattutto di individuazione delle città che faranno parte dell’evento. Allo stesso tempo stiamo lavorando per ottenere un largo appoggio politico-istituzionale-economico.
A fine ottobre i vertici della FIBA, saranno in Italia per un primo contatto esplorativo con autorità sportive e politiche.
Qual è l’attesa per questo evento?
Girando per l’Italia, ho avvertito grande entusiasmo, le città che stiamo prendendo in analisi sono più di quelle che dovranno essere scelte come sedi, segno inequivocabile che il Mondiale 2014 è un evento che fa gola a molti. C’è poi il caso di Roma, Milano, Siena e Bologna, che a livello infrastrutturale hanno pianificato sforzi importanti per creare nuove location, sposando anche in pieno il principio di legacy, requisito che la FIBA ritiene prioritario per l’assegnazione del Mondiale. In sostanza il radicamento dell’evento nel territorio e la sua penetrazione nel tessuto socio-economico; la ricchezza che lascia il Campionato in termini di infrastrutture, eventi culturali, turistici e crescita del movimento sportivo e del Paese.
Come andrà a finire?
Da uomo di basket, sono abituato a combattere fino al suono della sirena. Non mi sento di fare pronostici sul risultato finale, certo è che questa è la partita più importante. Posso dire che abbiamo iniziato bene, che a livello internazionale è massima l’attenzione su di noi, anche se la Nazionale, gli strascichi dei rimbalzi di responsabilità e le polemiche più o meno sviluppate, certamente non ci aiutano, anzi…Ma da tenaci giocatori vogliamo disputare la partita fino in fondo con la convinzione e la determinazione di poterla concludere con successo.
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