Messina: "Italia allo sbando"

Ettore Messina ha cambiato la squadra che ha vinto. E’ in ritiro sulle Alpi prima di affrontare la quarta, e ultima, stagione col Cska Mosca. Da numero uno, brandello di un’Italia rimasta al vertice mentre il movimento affonda nei cattivi risultati azzurri.
Le è piaciuta l’Olimpiade?
"Meno dell’Europeo, un torneo più completo e più complesso. Chi fa il nostro mestiere a Pechino ha notato una Russia scadente, una Grecia mediocre, la solita Lituania inconcludente nel momento cruciale. Capisco che il tifoso si diverta con gli Stati Uniti: finalmente erano preparati ma è mancata la speranza di vedere l’incidente...".
Allenare all’Olimpiade resta un suo obbiettivo?
"Dire obbiettivo non è realistico. E' un sogno. Mi interesserebbe allenare una nazionale: mi sorprende che nessuno voglia fare il c.t. della Spagna".
Dopo tre anni trionfali, il Cska è cambiato. Per necessità?
"Necessario lo è diventato quando Papaloukas ha voluto tornare all’Olympiakos e Andersen ha preferito una nuova sfida a Barcellona, anche perdendo dei soldi. Non abbiamo cercato copie sbiadite. Planicic, Lorbek e Morris stimolano a trovare nuove soluzioni e la curiosità dei nostri veterani. Ne avevamo bisogno".
Le altre squadre russe hanno speso milioni di dollari per ex giocatori Nba. E’ la novità della stagione europea.
"Non voglio essere cattivo, ma se un giocatore privilegia club che non fanno l’Eurolega, l'aspetto economico è determinante e mi puzza. Solo il ritorno di Navarro al Barcellona è parte di un progetto, gli altri hanno cercato giocatori di impatto per batterci. Li aspetto".
Come vede l’Eurolega?
"Panathinaikos e Olimpiakos hanno ancora alzato il loro livello, noi siamo sempre qui, l’Efes Pilsen può essere la sorpresa, Siena la conferma. Le spagnole le valuteremo: il loro campionato è più difficile».
I nostri giocatori chiedono in Serie A un italiano sempre in campo. In Russia ce ne sono due. Consiglia questa regola?
"All'inizio ne ero affascinato, poi s'è rivelata troppo protettiva nei confronti dei giocatori anziani. Potendo, sono meglio altre strade però oggi l'unico obbiettivo è buttare in campo gli italiani. I troppi paletti hanno messo l'Italia in una situazione senza via d'uscita. Sarei curioso di vedere se sarebbe peggio liberalizzando tutto".
L’Italia rischia di non qualificarsi all’Europeo. Lei è stato c.t. in un momento difficile.
"Non è paragonabile, alle spalle c’era una Under 20 vicecampione del mondo. Oggi la nostra Nazionale è una entità in difficoltà per non dire allo sbando. Sembra la zattera della Medusa dove venti giocatori e un allenatore che ancora ci crede continuano a pagaiare da soli. Ma prima di parlare di squadra scadente e di crisi del basket, vorrei capire una cosa.
Cosa?
"Dove sono i giocatori migliori? Non solo quelli Nba, ma Basile, Galanda, Maggioli? Nelle qualificazioni il risultato è sacro, non voglio vedere un'Italia non all'altezza proprio nell'anno in cui i giocatori siedono ad un tavolo per delle rivendicazioni sul loro utilizzo. Non voglio entrare nelle scelte di Recalcati, ma prima si va in Nazionale, ci si qualifica, poi si parla. Discorso che vale anche per Maifedi e per la Lega".
Siena sempre favorita?
"Sì, ma sarà un bel campionato. Milano, Treviso, la Virtus sono più razionali. Siena è la più forte ma non dominerà come nell'ultimo anno".
Ci parli della sua stagione che sta per iniziare.
"Vorrei un anno tranquillo, nell'ultimo ho vissuto troppe cose difficili fuori dal campo. Le gratificazioni ricevute mi fanno stare abbastanza in pace con me stesso e non voglio pormi troppo presto il problema del mio futuro come ho fatto l'anno scorso, togliendo serenità a chi mi sta vicino. Deciderò solo alla fine: potrei davvero tirare il fiato. O tentare l’esperienza con una nazionale con una prospettiva olimpica".
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