L'anno zero del basket

Maifredi si dimette dalla Federazione. Per la successione si punta su Recalcati
Era nell’aria. Il presidente della Federbasket, Fausto Maifredi, ha rassegnato le dimissioni nelle mani di Gianni Petrucci, presidente del Coni. Una decisione inevitabile dopo che, nei giorni scorsi, la maggioranza del Consiglio federale aveva voltato le spalle al presidente per contrasti più o meno profondi. Maifredi, 60 anni il prossimo 29 ottobre, era stato eletto alla guida della Fip l’8 maggio del ’99 e confermato nel 2001 e nel 2005.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata probabilmente la recente esclusione dalla serie A di Napoli e Capo d’Orlando per alcune gravi irregolarità amministrative (e non solo). Ma devono aver inciso anche le nuove norme - volute soprattutto da Maifredi - sul numero di giocatori stranieri e italiani tesserabili nei prossimi anni in serie A, ritenute da molti insoddisfacenti soprattutto alla luce della recente bocciatura nelle qualificazioni agli Europei 2009 per la nostra Nazionale, che il prossimo agosto sarà costretta a rincorrere nei ripescaggi l’ultimo difficilissimo pass per la rassegna continentale.
«Lascio la Fip - ha detto Maifredi - per consentire al movimento di esprimere il proprio orientamento e il proprio consenso. In questi anni non sono mancati i momenti di frizione politica tra le varie componenti. Il dissenso di alcuni consiglieri federali mi ha indotto, per il bene del movimento, a non attendere la scadenza del mandato (le nuove elezioni erano previste il 7 marzo 2009, ndr)». Il Coni ha convocato per martedì prossimo la Giunta, dalla quale uscirà il commissario che traghetterà la Fip fino alle nuove elezioni: si fa il nome di Luca Pancalli, vicepresidente Coni e presidente del Comitato Paralimpico.
Ma già rimbalzano anche le ipotesi sul futuro presidente federale. Nei giorni scorsi si era parlato in particolare di Enrico Prandi, ex presidente della Lega ed ex vice di Maifredi in Fip, e Valentino Renzi, consigliere federale e leader della LegaDue. A questi potrebbero aggiungersi i presidenti delle Fip regionali Eugenio Crotti (Veneto), Enrico Ragnolini (Lombardia) e Gaetano Laguardia (Lazio). Ma il nome più intrigante e suggestivo è quello di Carlo Recalcati, l’attuale ct della Nazionale azzurra, che più volte in questi anni ha lanciato l’allarme sul caos del basket italiano e indicato alcune possibili vie d’uscita.
«Allenare è la cosa che amo di più» ha subito voluto sottolineare ieri Recalcati. Niente ipotesi Fip, dunque? «Ammetto che sia gratificante essere indicato da molti come un possibile buon presidente federale». Maifredi e questa Fip non lo sono stati? «Diciamo che ha sbagliato alcuni compagni di viaggio». Recalcati ama il basket e il basket ha bisogno di uno come lui. Se bussassero alla sua porta? «Ci dovrei pensare, perché le cose da cambiare sarebbero davvero tante». Per esempio? «La Fip sembra il mondo della politica, dove bisogna accontentare personaggi, correnti, cordate. Per cambiare davvero, tutti dovrebbero rinunciare ad alcuni privilegi. Servirebbero sacrifici e qualcuno dovrebbe farsi del male per il bene comune. Invece mi sembra che prevalgano tanti interessi estranei al basket, troppi condizionamenti. Così non si può lavorare». Ma lavorare per fare che cosa? «Rifondare il sistema, che è malato». E’ ancora possibile? E come? «Bisogna ridurre i club professionistici, che di fatto in Italia sono più di 100. Poi riformare i campionati creando un torneo Under 22 d’élite per potenziali azzurri. Almeno un giocatore italiano deve sempre essere in campo in ogni squadra di A, per poi arrivare in futuro a due. E serve maggiore attenzione per la Nazionale, il vero traino del movimento». Sembra di sentir parlare il ct, non il potenziale futuro presidente della Fip. «Allora lasciatemi fare il ct fino al 30 settembre 2009, quando scadrà il mio mandato».
Fonte LA STAMPA articolo di Giorgio Viberti

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