Il primo giorno italiano di Kemp

“Strong (forte), strong (forte)” all’assistant-coach Vanoncini che gli passava il pallone forse troppo morbidamente per i suoi desideri! Sono state queste le prime parole di Shawn Kemp in un PalaSavelli deserto, dopo circa 15 minuti di riscaldamento, iniziati dopo essere entrato ed aver salutato tutto lo staff della Premiata presente ma senza guardare nessuno negli occhi, tradendo comprensibilmente un po’ di ansia e nervosismo, nei quali c’erano forse i 5 anni di inattività e l’attesa che sale intorno a lui di qua ma anche di là dell’oceano.Un impaccio iniziale che ha riguardato anche tutto lo staff, rimasto inerte ed in un silenzio quasi religioso a seguire con gli occhi ogni movimento iniziale che “The Reignman” compiva sul parquet sangiorgese, ammirando la sua prepotente tonicità fisica ed alcuni guizzi con schiacciata finale che contemporaneamente spazzavano via le “chiacchiere” sulle condizioni fisiche che hanno accompagnato il suo arrivo in Italia, proiettandolo automaticamente nel gruppo-Premiata ed ancor di più nel Campionato Italiano.A rompere il ghiaccio pensava il suo coach degli anni post NBA ed attuale Direttore Tecnico della Premiata, Roberto Carmenati che dopo la dose di tiro gli suggeriva di effettuare un po’ di stretching, affidandolo alle cure del preparatore atletico Giustino Danesi che oltre ad essere un apprezzato professionista possiede anche una preziosa dote che è quella dell’estroversia. “Gli ho detto che ero emozionato dal fatto di essere di fronte a lui – ha raccontato Danesi – ma che per aiutarlo avrei dovuto trattarlo nella maniera che utilizzo con gli altri giocatori. E lui, con molta semplicità mi ha risposto che con lui avrei dovuto fare le stesse identiche cose”.
Da lì in poi il clima si è via, via sciolto: il “Regnante” è stato accompagnato a visionare un video e successivamente coach Finelli ed i 2 assistenti Vanoncini e Di Carlo hanno abbozzato movimenti offensivi e difensivi osservati con la massima concentrazione e partecipazione da parte di Shawn Kemp. La fine del primo impatto dell’ex stella NBA terminava con sorrisi, foto di rito e qualche battuta oltre ad alcune inevitabili domande:
Shawn, hai mai visto partite del Campionato Italiano?
“No, non conosco molto della Lega Italiana ma posso dire di aver giocato con giocatori che invece in questa Lega avevano avuto esperienza e mi sono reso conto che qui si gioca con ottimi fondamentali e molta intelligenza”.
Nella Premiata c’è un tuo connazionale, Kiwane Garris, che ha fatto parte della Nazionale Usa ai Mondiali del 1998: lo conosci?
“No, non ho mai avuto modo di conoscerlo ma posso dire che stanotte in televisione davano una partita del Campionato passato della Premiata, l’ho osservato ed ho constatato che è un ottimo giocatore”.
Il primo impatto con lo staff della Sutor com’è stato?
“Molto buono! Persone molto intelligenti. Sono rimasto impressionato anche dalla notevole professionalità mostrata”.
Tu sei abituato a platee ben più prestigiose ma il pubblico che vedrai al PalaSavelli si distinguerà per il calore…
“Mi piacciono molto i tifosi, li apprezzo. Ma preferisco che siano i fatti a parlare: solo il lavoro duro dà risultati”.
Lunedì e martedì, la Premiata si allenerà a porte chiuse e mercoledì, in occasione dell’amichevole contro Ferrara, i tifosi potranno per la prima volta ammirare il più grande giocatore Americano mai venuto in Italia.

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