La Virtus tenta... Jason Williams

Il caso-Childress sembra aver già lanciato una moda: privo di un'offerta soddisfacente da parte degli Hawks, Josh Childress ha accettato un contratto a cifre astronomiche propostogli dall'Olympiacos Atene, legandosi con un triennale alla squadra greca. Jason Williams, campione NBA nel 2006 con Miami, al momento free-agent, assiste e pensa: "Ho 33 anni, gli Heat non mi vogliono tenere e non ho un contratto. Perché non potrei provarci anche io?". Già... e perché non in Italia, alla Virtus?
La notizia sembra inverosimile, ma le parole di Claudio Sabatini e dell'agente italiano del giocatore confermano: "Ce l'hanno offerto...", ridacchia il patron delle V nere; "E' free-agent, l'NBA, per ora, non ha offerto quel che lui sperava, e così è nata l'idea di proporsi in Italia. Saputa la ritirata di Will Bynum, abbiamo pensato alla Virtus", precisa il procuratore.
Fra Williams e Bologna ci sono però di mezzo 2.5 milioni di dollari, un'inezia, se si pensa agli 8 abbondanti guadagnati da "Whtie Chocolate" nella scorsa stagione a Miami, ma un'enormità per le casse delle V nere, non ricche quanto quelle dell'Olympiacos, che per Childress si è svenata con un triennale dal valore complessivo superiore ai 20 milioni di dollari. Al momento la strategia di Sabatini è chiara: "tenere in caldo" il giocatore, temporeggiare per un paio di settimane e monitorare gli sviluppi del mercato oltreoceano. Se nessuna franchigia NBA sarà disposta ad offrirgli quanto richiede, allora Williams potrebbe abbassare le pretese economiche ed essere quindi abbordabile per la Virtus.
Williams è reduce da due stagioni in calando con Miami (ha chiuso l'ultima con 8.8 punti e 4.6 assist, entrambi career-low), fermato da continui problemi fisici alle ginocchia, che ne hanno limitato la rapidità nei movimenti e, conseguentemente, minato la sua proverbiale imprevedibilità: le 1.36 palle perse per partita stridono con le 3.65 della sua miglior stagione a Sacramento, ma sono anche segno di una maturità finalmente raggiunta dopo aver infranto a suon di passaggi immaginifici diverse vetrate dell'Università della Florida nella sua carriera collegiale. Certo che, se dovesse arrivare in Italia, farebbe ancora sobbalzare dalle sedie diverse persone con il suo marchio di fabbrica: il passaggio di gomito dietro la schiena.
Commenti
Posta un commento