Giocherà in Serbia, ma negli USA è ricercato

Miladin Kovacevic, 21enne serbo, studente dell'università di Binghamton, a maggio ha picchiato quasi a morte un compagno di classe. Scappato in patria, ha firmato per due anni con una squadra di pallacanestro. Nonostante un mandato di cattura, non può essere estradato perché la costituzione del Paese balcanico non la prevede
Un bestione di 120 chili, alto 2 metri e 5 centimetri, se ti prende ti fa male. Il 4 maggio scorso Miladin Kovacevic, 21enne serbo che giocava a basket nella piccola università di Binghamton (New York), l'ha combinata grossa. Ha picchiato fin quasi a ucciderlo un compagno di classe, Bryan Steinhauer, fuori da un locale vicino all'ateneo. Arrestato con due amici, sembrava dovesse finire in prigione; prima che intervenisse la mamma a pagare la cauzione di 100mila dollari.
Un ulteriore danno, Miladin, l'ha combinato subito dopo, quando ha preso il primo aereo per la Serbia sfruttando un passaporto d'emergenza. E così dal 9 giugno Kovacevic è, di fatto, un ricercato, visto che ci sarebbe in ballo un processo per aggressione. Che potrebbe diventare qualcosa di più, visto che Steinhauer è ancora in coma.
Tornato a Belgrado, comunque, Kovacevic non ha perso tempo. Giocatore di basket era, giocatore di basket sarà, nella prossima stagione. Ieri, infatti, ha firmato un contratto di due anni con il Kk Vrbas, squadra che gioca nel campionato regionale serbo. Pur essendo tutto tranne che un fenomeno (a Binghamton, non proprio Duke, fatturava 1.5 punti a partita) la società ha deciso di puntare su di lui.
Kovacevic soprattutto, non ha la minima intenzione di tornare negli Stati Uniti, come ha riferito il suo avvocato. D'altronde, la Serbia non prevede l'estradizione per i propri connazionali. "Forse il ragazzo non si sta rendendo conto dei guai in cui si è cacciato", ha detto il senatore Charles Schumer, amico della famiglia Steinhauer. Dal Kk Vrbas, invece, fanno sapere di essere contentissimi della presenza di Miladin in rosa: "Ci farà vincere il campionato, lo aspettiamo il 10 agosto per il raduno. Siamo con lui", parola del capitano, Bojan Markovic. Basta non farlo arrabbiare.
Fonte Gazzetta dello Sport

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