NBA "Trucca tutto per business"

L'arbitro con il vizio delle scommesse si toglie qualche macigno dalle scarpe, e lo fa accusando l'Nba di essere un "enorme bluff, in cui i dirigenti usano gli arbitri per manipolare le partite in modo da massimizzare i proventi da botteghini e televisioni". E' il quadro che Tim Donaghy, l'ex arbitro che rischia fino a tre anni di carcere per aver scommesso su gare da lui dirette e aver passato informazioni su altre ai suoi complici, dipinge della Lega pro a stelle e strisce.
Donaghy, che lo scorso agosto si è dichiarato colpevole di frode e scommesse e che attende una sentenza per il prossimo 14 luglio, ha fatto inviare al suo legale, John F. Lauro, una lettera al giudice Carol Bagley Amon in cui illustra la sua collaborazione con gli inquirenti dell'Fbi sin dal luglio 2007. Nella lettera, pubblicata dal quotidiano New York Post, il legale dell'exarbitro fa riferimento a due incontri, nei quali Donaghy avrebbe fornito piena collaborazione spiegando i "malcostumi" dell'Nba.
L'arbitro comincia a collaborare a New York il 6 luglio 2007, quando racconta all'Fbi che le relazioni tra arbitri e altri esponenti dell'Nba (allenatori, giocatori e dirigenti) sono molto frequenti anche se vietate dal regolamento. Donaghy parla poi del sistema degli osservatori, coloro che stilano le "pagelle" sugli arbitri Nba e che dovrebbero restare anonimi, ma che in realtà sono noti ai fischietti del basket Usa, e attribuiscono buoni voti per amicizia e non per merito.
Le accuse più gravi emergono però dall'incontro di Tampa del 6 settembre 2007, quando Donaghy spiega all'Fbi le direttive che i dirigenti della Lega impartivano ai fischietti per massimizzare i profitti. Secondo Donaghy la lega "invitava gli arbitri a non fischiare falli tecnici contro i giocatori più rappresentativi, perché così facendo ne avrebbero risentito le vendite dei biglietti e ascolti televisivi".
L'ex arbitro, pur non facendo mai nomi di squadre o persone, si riferisce a due serie di playoff. Nel 2005 Dallas sfida Houston, con Yao Ming che trascina i Rockets sul 2-0 e i Mavs che lo accusano di falli antisportivi. A partire da gara-3 gli arbitri cominciano a prendere di mira il centro cinese, fischiandogli più falli contro. Dallas alla fine vince la serie 4-3. Nell'occhio del ciclone ci finisce anche una sfida tra Los Angeles Lakers e Sacramento Kings del 2002, con Donaghy che riporta di aver saputo che due arbitri della sesta sfida (con i Kings avanti 3-2), considerati uomini "pronti ad agire nell'interesse dell'Nba", volevano portare la serie a gara-7 per massimizzare i profitti. I due riescono nell'intento con una direzione arbitrale favorevole al Team 6 (come Donaghy si riferisce ai Lakers), che vince quella sfida, chiude 4-3 la serie e alla fine conquista il titolo.
La risposta della Lega arriva in un comunicato. "Tutte queste accuse, secondo il signor Donaghy, erano già note all'Fbi e vengono rese note solo ora nel tentativo di alleggerire la sentenza che lo aspetta per la sua condotta criminale. L'Nba rimane vigile per proteggere l'integrità del nostro gioco e ha sempre collaborato con il governo in ogni passo di questa inchiesta."
Donaghy, che lo scorso agosto si è dichiarato colpevole di frode e scommesse e che attende una sentenza per il prossimo 14 luglio, ha fatto inviare al suo legale, John F. Lauro, una lettera al giudice Carol Bagley Amon in cui illustra la sua collaborazione con gli inquirenti dell'Fbi sin dal luglio 2007. Nella lettera, pubblicata dal quotidiano New York Post, il legale dell'exarbitro fa riferimento a due incontri, nei quali Donaghy avrebbe fornito piena collaborazione spiegando i "malcostumi" dell'Nba.
L'arbitro comincia a collaborare a New York il 6 luglio 2007, quando racconta all'Fbi che le relazioni tra arbitri e altri esponenti dell'Nba (allenatori, giocatori e dirigenti) sono molto frequenti anche se vietate dal regolamento. Donaghy parla poi del sistema degli osservatori, coloro che stilano le "pagelle" sugli arbitri Nba e che dovrebbero restare anonimi, ma che in realtà sono noti ai fischietti del basket Usa, e attribuiscono buoni voti per amicizia e non per merito.
Le accuse più gravi emergono però dall'incontro di Tampa del 6 settembre 2007, quando Donaghy spiega all'Fbi le direttive che i dirigenti della Lega impartivano ai fischietti per massimizzare i profitti. Secondo Donaghy la lega "invitava gli arbitri a non fischiare falli tecnici contro i giocatori più rappresentativi, perché così facendo ne avrebbero risentito le vendite dei biglietti e ascolti televisivi".
L'ex arbitro, pur non facendo mai nomi di squadre o persone, si riferisce a due serie di playoff. Nel 2005 Dallas sfida Houston, con Yao Ming che trascina i Rockets sul 2-0 e i Mavs che lo accusano di falli antisportivi. A partire da gara-3 gli arbitri cominciano a prendere di mira il centro cinese, fischiandogli più falli contro. Dallas alla fine vince la serie 4-3. Nell'occhio del ciclone ci finisce anche una sfida tra Los Angeles Lakers e Sacramento Kings del 2002, con Donaghy che riporta di aver saputo che due arbitri della sesta sfida (con i Kings avanti 3-2), considerati uomini "pronti ad agire nell'interesse dell'Nba", volevano portare la serie a gara-7 per massimizzare i profitti. I due riescono nell'intento con una direzione arbitrale favorevole al Team 6 (come Donaghy si riferisce ai Lakers), che vince quella sfida, chiude 4-3 la serie e alla fine conquista il titolo.
La risposta della Lega arriva in un comunicato. "Tutte queste accuse, secondo il signor Donaghy, erano già note all'Fbi e vengono rese note solo ora nel tentativo di alleggerire la sentenza che lo aspetta per la sua condotta criminale. L'Nba rimane vigile per proteggere l'integrità del nostro gioco e ha sempre collaborato con il governo in ogni passo di questa inchiesta."
Commenti
Posta un commento