Picchio Abbio dice basta, eroe azzurro e bianconero

E' stato un grande giocatore, ma non un fuoriclasse assoluto. Eppure ha vinto più di tanti campioni di prima grandezza. Se lo vedevi giocare lo detestavi, a meno che non fosse nella tua squadra e allora stravedevi per lui e per quell'atteggiamento duro, ma non cattivo, sempre ai limiti della provocazione. A 37 anni lascia il basket Alessandro "Picchio "Abbio, uno dei giocatori più rappresentativi della pallacanestro tricolore degli ultimi 20 anni. Piemontese, debutto a Torino nell'allora A-2 e sembrava destinato a una carriera da primo violino in virtù di mezzi atletici esplosivi e di un fiuto per il canestro fuori dal comune. Nel 1994 il passaggio alla Virtus Bologna, allora targata Buckler, campione d'Italia. Alla corte di Alberto Bucci, con un roster farcito di stelle tra cui Brunamonti e Danilovic, Abbio ebbe la grande capacità di riciclarsi in gregario di lusso. Non un semplice portatore d'acqua, viste le indubbie qualità, ma un difensore pronto a metterci anima e corpo su ogni azione, un leader vocale prezioso e un elemento capace di fare canestro non appena lasciato libero.
La sua bacheca personale vanta tre scudetti, due Euroleghe, quattro coppe Italia, un oro e un argento agli Europei con l'Italia. Nel 2002 lasciò Bologna per la Spagna (prima Valencia e poi Granada), nel 2005 il ritorno in Italia a Livorno e poi due stagioni con mille problemi fisici a Firenze in B1. In questo campionato solo 7 presenze prima di finire sotto i ferri. "Lunedì scorso - dice Abbio - ho deciso di rescindere consensualmente il contratto con l'Everlast e quindi di lasciare l'attività agonistica. È dall'operazione al ginocchio effettuata nell'ottobre 2006 che mi trascino fra problemi fisici che hanno influenzato il mio umore. Lascio con l'unico rimpianto di essere stato tagliato alla vigilia di Atene 2004, mentre le più grandi soddisfazioni della mia carriera sono la vittoria inaspettata dell'Europeo con l'Italia a Parigi nel 1999 e la stagione 2001 del Grande Slam con la Virtus. Il più grande compagno di squadra? Sasha Danilovic, modello di riferimento in campo e fuori. Il futuro? Spero di avere la possibilità di lavorare con la Virtus Bologna e mi auguro di continuare la mia attività sportiva nel minibasket, di cui sono già testimonial, lavorando con i ragazzi che amano il basket".
La sua bacheca personale vanta tre scudetti, due Euroleghe, quattro coppe Italia, un oro e un argento agli Europei con l'Italia. Nel 2002 lasciò Bologna per la Spagna (prima Valencia e poi Granada), nel 2005 il ritorno in Italia a Livorno e poi due stagioni con mille problemi fisici a Firenze in B1. In questo campionato solo 7 presenze prima di finire sotto i ferri. "Lunedì scorso - dice Abbio - ho deciso di rescindere consensualmente il contratto con l'Everlast e quindi di lasciare l'attività agonistica. È dall'operazione al ginocchio effettuata nell'ottobre 2006 che mi trascino fra problemi fisici che hanno influenzato il mio umore. Lascio con l'unico rimpianto di essere stato tagliato alla vigilia di Atene 2004, mentre le più grandi soddisfazioni della mia carriera sono la vittoria inaspettata dell'Europeo con l'Italia a Parigi nel 1999 e la stagione 2001 del Grande Slam con la Virtus. Il più grande compagno di squadra? Sasha Danilovic, modello di riferimento in campo e fuori. Il futuro? Spero di avere la possibilità di lavorare con la Virtus Bologna e mi auguro di continuare la mia attività sportiva nel minibasket, di cui sono già testimonial, lavorando con i ragazzi che amano il basket".
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