Dormire nel letto di Bird?

Dormire nell'ex letto di Larry Bird? Adesso si può. Perché la casa che fu del campione dei Boston Celtics, a Orange County, è diventato un luogo di villeggiatura. Senza il diretto interessato, tuttavia.
Tutta colpa, o merito, di Christopher Cooke, avvocato dell'Alaska, che lo scorso autunno ha comprato i quasi sei ettari del territorio (dove a volte si vedono passare cervi e tacchini) per la modica cifra di 787.500 dollari. Dopo che da un anno la proprietà di Larry Bird aspettava un compratore. Ora, però, Cooke ha fiutato l'affare e vuole rientrare della spesa effettuata.
Come? Trasformando la residenza in una specie di albergo di lusso, a metà tra il museo e il luogo di villeggiatura. Nella mega-villa, infatti, sono rimasti numerosi oggetti, anche non necessariamente sportivi, appartenenti a Bird. I prezzi sono quelli di un hotel a cinque stelle: ad esempio per trascorrere una notte durante il weekend i clienti dovranno sborsare 300 dollari. D'altronde, le camere da letto (cinque) sono quasi tutte delle suites. E la "stagione" è già prossima ad aprire i battenti, a fine maggio.
C'è un problemino, tuttavia. Bird ha fatto causa a Cooke. Il motivo? L'avvocato dell'Alaska per promuovere l'iniziativa, ha usato il nome dell'ex stella dei Celtics (e attuale presidente degli Indiana Pacers) in maniera non consentita. "O si cancella il nome Larry Bird dalle pubblicità e dagli annunci, oppure chiediamo che il nuovo proprietario della residenza venga multato": questa, la richiesta del legale del campione.
Cooke ha ribattuto dicendo che quando aveva comprato la casa, Bird si era detto d'accordo sul successivo utilizzo "alberghiero". "Non verrà toccato o messo in vendita nessuno dei memorabilia appartenenti a Larry", ha aggiunto l'avvocato. Staremo a vedere come andranno gli affari, allora. E se i clienti saranno contenti di dormire nel letto (a grandezza naturale) di uno dei più grandi giocatori di basket della storia.
Tutta colpa, o merito, di Christopher Cooke, avvocato dell'Alaska, che lo scorso autunno ha comprato i quasi sei ettari del territorio (dove a volte si vedono passare cervi e tacchini) per la modica cifra di 787.500 dollari. Dopo che da un anno la proprietà di Larry Bird aspettava un compratore. Ora, però, Cooke ha fiutato l'affare e vuole rientrare della spesa effettuata.
Come? Trasformando la residenza in una specie di albergo di lusso, a metà tra il museo e il luogo di villeggiatura. Nella mega-villa, infatti, sono rimasti numerosi oggetti, anche non necessariamente sportivi, appartenenti a Bird. I prezzi sono quelli di un hotel a cinque stelle: ad esempio per trascorrere una notte durante il weekend i clienti dovranno sborsare 300 dollari. D'altronde, le camere da letto (cinque) sono quasi tutte delle suites. E la "stagione" è già prossima ad aprire i battenti, a fine maggio.
C'è un problemino, tuttavia. Bird ha fatto causa a Cooke. Il motivo? L'avvocato dell'Alaska per promuovere l'iniziativa, ha usato il nome dell'ex stella dei Celtics (e attuale presidente degli Indiana Pacers) in maniera non consentita. "O si cancella il nome Larry Bird dalle pubblicità e dagli annunci, oppure chiediamo che il nuovo proprietario della residenza venga multato": questa, la richiesta del legale del campione.
Cooke ha ribattuto dicendo che quando aveva comprato la casa, Bird si era detto d'accordo sul successivo utilizzo "alberghiero". "Non verrà toccato o messo in vendita nessuno dei memorabilia appartenenti a Larry", ha aggiunto l'avvocato. Staremo a vedere come andranno gli affari, allora. E se i clienti saranno contenti di dormire nel letto (a grandezza naturale) di uno dei più grandi giocatori di basket della storia.
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