Sport ieri, sport oggi
Scritto da Giuba47 sul blog "Pensare in un'altra luce" del 31/03/08
Lo sport dovrebbe ritrovare i suoi valori… Nella realtà non ne ha più. Io sono stata nazionale di pallacanestro e so che indossare la maglia azzurra voleva dire avere una grande responsabilità. Il nostro comportamento doveva essere d’esempio per tutti perché non eravamo considerate solo delle brave atlete che potevano far vincere o perdere, ma anche delle persone che rappresentavano all’estero il nostro paese, che davano un’immagine di chi erano gli italiani. Dovevamo essere educate, gentili, lasciare in ordine la stanza e così via… E se qualcuna non teneva un comportamento adeguato era subito squalificata anche se era la giocatrice migliore.
Forse c’erano degli eccessi, ma il principio era giusto. Oggi sono tutte altre le regole se regole esistono.
E poi il gioco di squadra… Saper passare la palla ad un’altra che va a canestro e segna, era una gran lezione di vita… E ci si abbracciava davvero, per la gioia, perché tutti avevano partecipato al successo.
Una delle mie migliori amiche è diventata una ragazza cecoslovacca che ha battuto senza pietà la mia squadra ai campionati europei.. Eravamo, comunque, amiche perché c’era correttezza anche nel gioco e non prevaricazione a tutti i costi.
I tifosi c’erano, ti seguivano e mentre correvi sentivi il tuo nome urlato e scandito dalle tribune ed eri felice, ti dava forza, coraggio, ma difficilmente volavano insulti nei confronti degli altri, o tanto meno si picchiavano. Sapevano che noi per prime non avremmo gradito.
Oggi non è più sport… non si impara più nulla di buono da una competizione sportiva… lo sport è denaro. Eppure noi per primi non boicottiamo il calcio anche se sappiamo tutti cosa è diventato… Mi chiedo perché, e se lo chiede una sportiva non solo una tifosa. Una che per tanti anni ha fatto dello sport una ragione di vita.
Sento parlare al bar la gente e sembra che la partita l’abbiano giocata loro. “Sono sportivo” dicono, “che sport pratichi?”… “sono tifoso di….” Questo è lo sport e non c’è più da stupirsi se succede quello che succede.
Oggi vogliamo boicottare le olimpiadi per il Tibet, ma non ci ricordiamo che lo sport è un affare e gli affari non si toccano… Cominciamo da casa nostra… Non guardiamole, spegniamo la televisione, ma facciamolo anche quando c’è una partita di calcio. Dobbiamo far capire che uno sport così, in tanti non lo vogliamo più e non lo seguiamo più. Non si può amare uno sport che tollera morti, risse, insulti e razzismo. Non calpestiamo anche noi certi principi.
Ecco cosa si dice oggi su La Repubblica a proposito di quel ragazzo finito sotto un pullman
L'autista - secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti - ha percepito una situazione di pericolo e si è praticamente dato alla fuga per evitare ulteriori problemi per i passeggeri e il pullman. La dimostrazione della 'criticità' della situazione sarebbe confermata dal fatto che sul pullman non sono riusciti a risalire tre o quattro tifosi juventini che erano ancora nei bagni dell'area di servizio. Il magistrato ha confermato che l'inchiesta è ancora in corso e che si stanno sentendo testimoni estranei alle due tifoserie.
Per questa criticità quel ragazzo è morto…
Foto (quella era la mia squadra... in mezzo ci sono io a 17 anni)

Forse c’erano degli eccessi, ma il principio era giusto. Oggi sono tutte altre le regole se regole esistono.
E poi il gioco di squadra… Saper passare la palla ad un’altra che va a canestro e segna, era una gran lezione di vita… E ci si abbracciava davvero, per la gioia, perché tutti avevano partecipato al successo.
Una delle mie migliori amiche è diventata una ragazza cecoslovacca che ha battuto senza pietà la mia squadra ai campionati europei.. Eravamo, comunque, amiche perché c’era correttezza anche nel gioco e non prevaricazione a tutti i costi.
I tifosi c’erano, ti seguivano e mentre correvi sentivi il tuo nome urlato e scandito dalle tribune ed eri felice, ti dava forza, coraggio, ma difficilmente volavano insulti nei confronti degli altri, o tanto meno si picchiavano. Sapevano che noi per prime non avremmo gradito.
Oggi non è più sport… non si impara più nulla di buono da una competizione sportiva… lo sport è denaro. Eppure noi per primi non boicottiamo il calcio anche se sappiamo tutti cosa è diventato… Mi chiedo perché, e se lo chiede una sportiva non solo una tifosa. Una che per tanti anni ha fatto dello sport una ragione di vita.
Sento parlare al bar la gente e sembra che la partita l’abbiano giocata loro. “Sono sportivo” dicono, “che sport pratichi?”… “sono tifoso di….” Questo è lo sport e non c’è più da stupirsi se succede quello che succede.
Oggi vogliamo boicottare le olimpiadi per il Tibet, ma non ci ricordiamo che lo sport è un affare e gli affari non si toccano… Cominciamo da casa nostra… Non guardiamole, spegniamo la televisione, ma facciamolo anche quando c’è una partita di calcio. Dobbiamo far capire che uno sport così, in tanti non lo vogliamo più e non lo seguiamo più. Non si può amare uno sport che tollera morti, risse, insulti e razzismo. Non calpestiamo anche noi certi principi.
Ecco cosa si dice oggi su La Repubblica a proposito di quel ragazzo finito sotto un pullman
L'autista - secondo le testimonianze raccolte dagli inquirenti - ha percepito una situazione di pericolo e si è praticamente dato alla fuga per evitare ulteriori problemi per i passeggeri e il pullman. La dimostrazione della 'criticità' della situazione sarebbe confermata dal fatto che sul pullman non sono riusciti a risalire tre o quattro tifosi juventini che erano ancora nei bagni dell'area di servizio. Il magistrato ha confermato che l'inchiesta è ancora in corso e che si stanno sentendo testimoni estranei alle due tifoserie.
Per questa criticità quel ragazzo è morto…
Foto (quella era la mia squadra... in mezzo ci sono io a 17 anni)
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