Giovane arbitro aggredito sul campo da un genitore
Lo squallido fatto di cronaca è avvenuto a Ponte Tresa in una gara under 17. Il responsabile dei fischietti, presente al match: «Assurdo, anche perchè il ragazzo è coetaneo dei giocatori»
Talvolta si sostiene che il principale problema dello sport giovanile siano i genitori. Una frase che certamente è una forzatura, nella gran parte dei casi, ma che certo calza a pennello di un pessimo episodio avvenuto domenica 19 aprile su un campo di basket della provincia di Varese.
Palestra di via Nolina, a Lavena Ponte Tresa, impianto intitolato a un grande atleta del passato, quel Sergio Rizzi che da semisconosciuto regalò alla Ignis Varese una Coppa dei Campioni sostituendo alla perfezione l'infortunato Dino Meneghin. Insomma un bell'esempio di sport anche ai massimi livelli.
Sul campo giocano due formazioni under 17, i padroni di casa e l'Omnia Sport Caravate agli ordini di un giovanissimo direttore di gara, Alessandro C. di Varese. Il punteggio è tutt'altro che in bilico, visto che gli ospiti conducono con larghissimo margine, quando ad un tratto accade un fatto che con lo sport non ha nulla da spartire. Il padre di un giocatore del Ponte Tresa, che da parecchio tempo ha preso a insultare e minacciare il direttore di gara, scavalca la balaustra e spintona alle spalle il giovane fischietto tra l'incredulità dei giocatori e qualche ironia non richiesta dell'allenatrice dei padroni di casa. Per fortuna Comolli non ha riportato danni fisici dall'aggressione, ma certo il fatto non può passare sotto silenzio per la sua gravità, come sottolinea anche il responsabile provinciale dei fischietti , Antonio De Simone, che era presente in tribuna in veste di osservatore.
«È avvenuta una cosa sconsiderata, soprattutto se consideriamo che l'aggredito è un giovanissimo che sta affrontando con passione la carriera arbitrale e che è praticamente un coetaneo dei ragazzi che stavano giocando a pallacanestro». In palestra sono anche intervenuti i Carabinieri, anche se per il momento non è stata sporta denuncia. «Non è compito nostro - spiega De Simone - anche se naturalmente riferiremo in Federazione l'accaduto. Intanto il referto passerà al giudice a cui toccano le decisioni dal punto di vista sportivo». Per fortuna, a detta dello stesso responsabile, casi come quelli di Ponte Tresa non avvengono spesso: «Diciamo che cose simili accadono una o due volte a stagione: comunque troppe, ma non tali da creare un vero e proprio allarme. Certo non era mai capitato a un arbitro così giovane in una partita tra adolescenti; tra l'altro una squadra era in vantaggio di una settantina di punti, quindi a maggior ragione l'arbitro davvero non poteva avere colpe. Ma evidente è nel nostro destino essere sempre nel mirino».
Talvolta si sostiene che il principale problema dello sport giovanile siano i genitori. Una frase che certamente è una forzatura, nella gran parte dei casi, ma che certo calza a pennello di un pessimo episodio avvenuto domenica 19 aprile su un campo di basket della provincia di Varese.
Palestra di via Nolina, a Lavena Ponte Tresa, impianto intitolato a un grande atleta del passato, quel Sergio Rizzi che da semisconosciuto regalò alla Ignis Varese una Coppa dei Campioni sostituendo alla perfezione l'infortunato Dino Meneghin. Insomma un bell'esempio di sport anche ai massimi livelli.
Sul campo giocano due formazioni under 17, i padroni di casa e l'Omnia Sport Caravate agli ordini di un giovanissimo direttore di gara, Alessandro C. di Varese. Il punteggio è tutt'altro che in bilico, visto che gli ospiti conducono con larghissimo margine, quando ad un tratto accade un fatto che con lo sport non ha nulla da spartire. Il padre di un giocatore del Ponte Tresa, che da parecchio tempo ha preso a insultare e minacciare il direttore di gara, scavalca la balaustra e spintona alle spalle il giovane fischietto tra l'incredulità dei giocatori e qualche ironia non richiesta dell'allenatrice dei padroni di casa. Per fortuna Comolli non ha riportato danni fisici dall'aggressione, ma certo il fatto non può passare sotto silenzio per la sua gravità, come sottolinea anche il responsabile provinciale dei fischietti , Antonio De Simone, che era presente in tribuna in veste di osservatore.
«È avvenuta una cosa sconsiderata, soprattutto se consideriamo che l'aggredito è un giovanissimo che sta affrontando con passione la carriera arbitrale e che è praticamente un coetaneo dei ragazzi che stavano giocando a pallacanestro». In palestra sono anche intervenuti i Carabinieri, anche se per il momento non è stata sporta denuncia. «Non è compito nostro - spiega De Simone - anche se naturalmente riferiremo in Federazione l'accaduto. Intanto il referto passerà al giudice a cui toccano le decisioni dal punto di vista sportivo». Per fortuna, a detta dello stesso responsabile, casi come quelli di Ponte Tresa non avvengono spesso: «Diciamo che cose simili accadono una o due volte a stagione: comunque troppe, ma non tali da creare un vero e proprio allarme. Certo non era mai capitato a un arbitro così giovane in una partita tra adolescenti; tra l'altro una squadra era in vantaggio di una settantina di punti, quindi a maggior ragione l'arbitro davvero non poteva avere colpe. Ma evidente è nel nostro destino essere sempre nel mirino».
Con tutto rispetto....io non ero presente ed ho riportato dei fatti letti sui giornali...quindi possono definire che la cronaca dell'accaduto può essere messa in discussione.....ma solo la cronaca..il gesto è da colpevolizzare sempre e per qualsiasi motivo....l'educazione deve assolutamente condannare questo tipo di atteggiamento....sopratutto a livello giovanile... e poco importa la causa scatenante....
RispondiEliminasicuramente non metto in dubbio che l'azione compiuta è sbagliata ...volevo solo la vera causa del accaduto
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