Sprewell piange miseria: dal parquet al lastrico

L'ex fuoriclasse di New York e Golden State nel 2005 rinunciò a un'offerta da 21 milioni di dollari dichiarando inadeguata l'offerta. Ora i suoi conti sono in rosso: ha dovuto vendere lo yacht e deve 300.000 dollari alle banche
Latrell Sprewell aveva mollato la Nba rinunciando a un contratto da 21 milioni di dollari per tre anni. La giustificazione di questo gesto? Semplice: "Ho una famiglia da mantenere, mi merito uno stipendio migliore", parola dell'ex guardia di Minnesota, New York e Golden State che da allora viene ricordato più per questa infausta uscita che per gli indubbi meriti sul campo. Chissà se ora, nella più classica delle "sliding doors" (le porte scorrevoli della vita), Spree non starà pensando: "Però, quanto mi farebbe comodo, ora, quel mucchio di soldi".
SUL LASTRICO - Era il 2005, e Latrell aveva detto stop dopo 13 stagioni nel campionato di basket più famoso del mondo. Invano ha atteso, in tutti questi anni, un'offerta da parte di un'altra franchigia Nba. Si era parlato di San Antonio, Dallas, ma niente; nel frattempo, in compenso, Spree ha continuato a vivere, lontano dal parquet, collezionando debiti. Troppi. Tanto che nel giro di un mese è stato costretto a vendere il suo yacht perché non riusciva più a permettersi di pagare l'assicurazione, e l'appartamento che aveva comprato a Milwaukee nel 1993. Non basta, perché l'ex T'Wolves deve ancora circa 300mila dollari alle banche.
TALENTO E INDISCIPLINA - Mancava solo il conto in rosso al curriculum di Sprewell, guardia tanto talentuosa quanto indisciplinata. New York è impazzita per lui quando, da testa di serie numero 8, l'ha portata alla finale Nba del 1999 contro San Antonio, persa per 4-1; a Oakland, invece, lo ricordano come colui che per poco non strozzò il suo allenatore. Esattamente undici anni fa dopo un allenamento, quando giocava a Golden State, Spree mise le mani al collo di P.J. Carlesimo, e ci volle l'intervento dei compagni per evitare il peggio. Lui venne squalificato per una stagione, e il contratto rescisso d'ufficio. Una testa che tendeva a scaldarsi, insomma: come quando picchiò la sua fidanzata davanti ai figli, o quando venne accusato di violenza sessuale nei confronti di una 21enne a bordo del suo yacht, ora di proprietà di un altro. Colpa dei debiti, e forse di quel gran rifiuto al prolungamento del contratto.

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