
Bruno Arrigoni non è solamente il direttore sportivo della Pallacanestro Cantù, ovvero questo che scova ed ingaggia i giocatori con il benestare dell’allenatore. Bruno Arrigoni, per chi non lo sapesse, è anche il presidente del CNA Regionale lombardo, ovvero a capo dell’organizzazione regionale degli allenatori. Quindi una persona sempre attenta allo sviluppo ed all’evoluzione delle metodologie di insegnamento e delle tecniche. L’attualità suggerisce di parlare con lui dunque anche di questa nuova riforma nel campo degli allenatori che riguarda l’obbligatorietà dei crediti formativi. Ovvero, ogni allenatore ha oggi l’obbligo di ottenere 12 crediti formati (10 per gli allenatori nazionali) nel periodo che terminerà il 30 giugno 2009 al fine di mantenere valida la propria tessera di allenatore. Come ottenere i crediti? Semplice, partecipando ai clinic di aggiornamento periodicamente organizzati dai comitati provinciali e regionali. Lo spunto, ovviamente, ci viene dal clinic svoltosi lunedì al Parini di Cantù che ha visto la presenza di oltre 700 allenatori per seguire l’aggiornamento realizzato da Gaetano Gebbia. Bruno, da dove partiamo? “Iniziamo con il dire che questo progetto è nato dall’esigenza di dover “produrre” più giocatori italiani e più giocatori italiani di qualità. Dal momento che sono gli allenatori a dover operare in “corpore vili” è indispensabile un certo miglioramento e quindi si è dato inizio a questo progetto con l’obbligatorietà di seguire degli aggiornamenti tecnici. Questa nuova indicazione è nata dopo il passaggio di direzione tecnica del CNA da Ettore Messina a Carlo Recalcati il quale ha affidato a Gaetano Gebbia il compito di studiare una formula incisiva. E’ così che è nato il progetto dei crediti formativi per gli allenatori. Come abbiamo avuto modo di vedere, l’inizio degli aggiornamenti tecnici è stato estremamente positivo, con centinaia di allenatori venuti a Cantù e prima ancora a Meda. Questo ha permesso di muovere una palude che stagnava da vent’anni, di riportare entusiasmo negli allenatori che da molti anni non seguivano un aggiornamento. E’ ovvio che questi numeri molto alti di partecipanti sono dati dall’obbligatorietà ma è sicuramente un aspetto positivo quello di essere riusciti a portare ad un clinic tanti allenatori”. Cosa ne pensi di questo progetto? “Attualmente gli argomenti tecnici sono focalizzati sul principio del miglioramento individuale. Di sicuro tutto andrà un po’ aggiustato perché comunque va segnalato che ci sono state diverse lamentele sul fatto dell’obbligatorietà e della soglia dei 12 crediti formativi da totalizzare entro il 30 giugno 2009”. Quali gli accorgimenti che suggerisci? “Io credo che non debba essere confuso il miglioramento dei giocatori con l’istruzione che si deve dare ai giovani che crescono. Bisogna distinguere fra allenatori professionisti, o semi professionisti, e non. I professionisti sono interessati per un fatto fisiologico agli aggiornamenti, perché gli servono per migliorare, stare un passo davanti ai concorrenti, essere sempre aggiornati e non tagliati fuori. La realtà ha però diverse sfaccettature. Ci sono dei posti dove il basket lo fa solamente uno da sempre e senza di lui non lo farebbe nessuno. Ci sono realtà dove sono invece necessari tanti allenatori”. Continua poi spiegando una possibile evoluzione del progetto. “Io penso che si debba differenziare l’indicazione tecnica per il miglioramento dei giovani dall’indicazione del miglioramento dei giocatori evoluti. Per giocatori evoluti intendo i senior sui quali occorre lavorare per poterli fare migliorare in quanto non sono sufficientemente acculturati a livello tecnico per giocare un basket di un certo livello, non sono abituati a leggere nel modo corretto le situazioni e tante cose di questo genere. Hanno bisogno di accelerare le procedure del proprio processore, “mettere insieme occhi e piedi”. Penso che il progetto vada dunque aggiustato nella sua evoluzione differenziando quella che è la crescita dei ragazzi dal miglioramento dei giocatori evoluti”. Un aggiornamento potrà servire sia per arricchire giovani e giocatori “evoluti” che per gli allenatori. “Di sicuro è fondamentale. Non si dimentichi che gli allenatori, soprattutto i professionisti, hanno interesse ad aggiornarsi ed a migliorare. Inoltre mi piacerebbe sottolineare che attualmente, con la regola che nella stessa stagione non si possono “riciclare” gli allenatori, ci troviamo sempre con un allenatore straniero in più ogni anno perché prima subentra a qualcuno e poi resta per la stagione successiva”.
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