Il c.t. Recalcati a 360 gradi:"Sogno un'Italia nuova"

L'allenatore azzurro si è messo alle spalle la delusione per la mancata qualificazione olimpica: "Bargnani è più continuo, Belinelli non deve mollare". Tra i promossi, a fianco di Gallinari, ecco Poeta, Vitali e Aradori
La radio che il c.t., Carlo Recalcati, ascolta ogni sera, verso le 7, fa il count down dei giorni che mancano all’Olimpiade: meno 213, meno 212... Una pugnalata: l’Italia non ci sarà dopo un 2007 difficile per il nostro basket. Dice il c.t. "Ognuno fa bei discorsi sulle necessità del movimento ma non è disposto a sedersi ad un tavolo dove dovrebbe rinunciare a qualcosa di proprio per il bene di tutti. La consapevolezza dei problemi non basta a risolverli e nessuno può riuscirci da solo".
Lo scarso utilizzo degli italiani resta "Il Problema" anche del 2008.
"Hanno capito tutti che è necessario dare a una Nazionale che aspira a essere competitiva dei giocatori di livello europeo. Per riuscirci, devono giocare di più. Non possiamo dipendere, come è successo all’Europeo, dagli infortuni di un ragazzo di 19 anni e di un pivot di 1.99 (Gallinari e Rocca, n.d.r.). In Spagna il compito è assolto dai club professionistici, in Francia anche grazie a un campionato under obbligatorio per le società di A. Le nostre non vogliono farlo, per i costi. E’ vero che vanno limitati, anche riguardo ai giocatori italiani: sentire che dei ragazzi di Lega2, per andare in B a migliorare, chiedono da 80 a 100 mila euro blocca il sistema".
"Hanno capito tutti che è necessario dare a una Nazionale che aspira a essere competitiva dei giocatori di livello europeo. Per riuscirci, devono giocare di più. Non possiamo dipendere, come è successo all’Europeo, dagli infortuni di un ragazzo di 19 anni e di un pivot di 1.99 (Gallinari e Rocca, n.d.r.). In Spagna il compito è assolto dai club professionistici, in Francia anche grazie a un campionato under obbligatorio per le società di A. Le nostre non vogliono farlo, per i costi. E’ vero che vanno limitati, anche riguardo ai giocatori italiani: sentire che dei ragazzi di Lega2, per andare in B a migliorare, chiedono da 80 a 100 mila euro blocca il sistema".
Il primo atto della nuova Lega di Corrado è stato far saltare la convenzione con la Fip sui 6 italiani.
"La regola non mi è mai piaciuta e spero che venga cambiata ma per ragioni opposte a quelle della Lega. Introdurre il concetto di 'formazione italiana' ha portato duemila ragazzi stranieri nei nostri vivai, 61 nei settori giovanili delle squadre professionistiche. Non potranno giocare in Nazionale ma finiranno per occupare il posto di chi avrebbe i titoli per farlo. Molti sono venuti da noi solo per giocare a basket, non sono cresciuti in Italia".
"La regola non mi è mai piaciuta e spero che venga cambiata ma per ragioni opposte a quelle della Lega. Introdurre il concetto di 'formazione italiana' ha portato duemila ragazzi stranieri nei nostri vivai, 61 nei settori giovanili delle squadre professionistiche. Non potranno giocare in Nazionale ma finiranno per occupare il posto di chi avrebbe i titoli per farlo. Molti sono venuti da noi solo per giocare a basket, non sono cresciuti in Italia".
Alternative?
"Ne ho una facile. Che in serie A ci siano in campo sempre due giocatori italiani che possano anche giocare in Nazionale. Poi, un club, se vuole può ingaggiare anche 10 stranieri. Ma, logicamente, per avere sempre 2 italiani 'veri' in campo, ne deve avere almeno altrettanti validi in panchina".
"Ne ho una facile. Che in serie A ci siano in campo sempre due giocatori italiani che possano anche giocare in Nazionale. Poi, un club, se vuole può ingaggiare anche 10 stranieri. Ma, logicamente, per avere sempre 2 italiani 'veri' in campo, ne deve avere almeno altrettanti validi in panchina".
Lei ha sempre dato idee al movimento. Altre cose da fare subito?
"Sono contrario al mercato aperto. Che lavoro è diventato quello dell’allenatore? Poter cambiare sempre la squadra svilisce il suo ruolo e quello dei buoni manager. E introdurrei la pausa natalizia: chi è reduce dalle nazionali non può giocare 11 mesi filati. Una sosta migliorerebbe la qualità del gioco e limiterebbe il rischio di infortuni, riducendo i costi dei club".
"Sono contrario al mercato aperto. Che lavoro è diventato quello dell’allenatore? Poter cambiare sempre la squadra svilisce il suo ruolo e quello dei buoni manager. E introdurrei la pausa natalizia: chi è reduce dalle nazionali non può giocare 11 mesi filati. Una sosta migliorerebbe la qualità del gioco e limiterebbe il rischio di infortuni, riducendo i costi dei club".
Sta per tornare al lavoro con la Nazionale. Sensazioni?
"Ci è voluto tempo perché tutti nel movimento metabolizzassimo la delusione dell’Europeo. Quello che è stato frainteso, e che forse ho espresso nel momento sbagliato a Madrid parlando dopo l’eliminazione del mio nuovo contratto biennale, è che era già previsto che il mio lavoro andasse oltre la qualificazione o meno all’Olimpiade. L’Italia sarà completamente rinnovata anche se chiederò la disponibilità dei veterani, nel caso avessi bisogno di qualcuno di loro in un ruolo chiave".
"Ci è voluto tempo perché tutti nel movimento metabolizzassimo la delusione dell’Europeo. Quello che è stato frainteso, e che forse ho espresso nel momento sbagliato a Madrid parlando dopo l’eliminazione del mio nuovo contratto biennale, è che era già previsto che il mio lavoro andasse oltre la qualificazione o meno all’Olimpiade. L’Italia sarà completamente rinnovata anche se chiederò la disponibilità dei veterani, nel caso avessi bisogno di qualcuno di loro in un ruolo chiave".
Gli italiani sono pochi e non migliorano.
"Sono preoccupato: a parte Gallinari che è un caso a parte, vedo che i più produttivi sono ancora Myers, Righetti o Pozzecco. Sono pochi i ragazzi che hanno compiuto gli attesi miglioramenti per prendere il posto di chi lascerà l’azzurro".
"Sono preoccupato: a parte Gallinari che è un caso a parte, vedo che i più produttivi sono ancora Myers, Righetti o Pozzecco. Sono pochi i ragazzi che hanno compiuto gli attesi miglioramenti per prendere il posto di chi lascerà l’azzurro".
Nemmeno i big della Nba, come Bargnani e Belinelli.
"La relativa delusione su Andrea deriva dal fatto che non è diventato più continuo ma abbia gli stessi alti e bassi della sua prima stagione Nba, molto positiva. Quello che gli chiede il suo allenatore a noi va benissimo: che sia più aggressivo, prenda più rimbalzi e riesca a difendere sui centri. Su Belinelli la speranza è che le dichiarazioni sagge sul suo momento difficile e la voglia di non mollare anche se non gioca gli sgorghino davvero dal cuore e non siano di maniera".
"La relativa delusione su Andrea deriva dal fatto che non è diventato più continuo ma abbia gli stessi alti e bassi della sua prima stagione Nba, molto positiva. Quello che gli chiede il suo allenatore a noi va benissimo: che sia più aggressivo, prenda più rimbalzi e riesca a difendere sui centri. Su Belinelli la speranza è che le dichiarazioni sagge sul suo momento difficile e la voglia di non mollare anche se non gioca gli sgorghino davvero dal cuore e non siano di maniera".
Chi è cresciuto?
"Poeta ha fatto dei passi avanti che vanno completati e verificati a livello europeo. Vitali è migliorato rispetto all’anno passato e deve solo eliminare alcuni momenti leziosi del suo gioco. Aradori mi piace: ogni squadra ha bisogno di un attaccante e il fatto che alla sua età sia stato determinante anche di Eurolega è incoraggiante se lavorerà sulla difesa. Poi Gallinari: ha confermato di essere un giocatore di alto livello europeo, che sa cosa bisogna fare in ogni momento della gara".
"Poeta ha fatto dei passi avanti che vanno completati e verificati a livello europeo. Vitali è migliorato rispetto all’anno passato e deve solo eliminare alcuni momenti leziosi del suo gioco. Aradori mi piace: ogni squadra ha bisogno di un attaccante e il fatto che alla sua età sia stato determinante anche di Eurolega è incoraggiante se lavorerà sulla difesa. Poi Gallinari: ha confermato di essere un giocatore di alto livello europeo, che sa cosa bisogna fare in ogni momento della gara".
Non voleva tornare ad allenare anche un club?
"Ho rinunciato alla possibilità del part time che mi dà il contratto perché se ognuno deve sacrificare qualcosa, io sono il primo a doverlo fare per dedicarmi al 100% alla Nazionale. Ho maturato una convinzione: d’ora in poi farò solo una cosa. E se deciderò di allenare ancora in un club, sarà una scelta e lascerò gli azzurri. La quotidianità del lavoro in palestra mi manca molto".
"Ho rinunciato alla possibilità del part time che mi dà il contratto perché se ognuno deve sacrificare qualcosa, io sono il primo a doverlo fare per dedicarmi al 100% alla Nazionale. Ho maturato una convinzione: d’ora in poi farò solo una cosa. E se deciderò di allenare ancora in un club, sarà una scelta e lascerò gli azzurri. La quotidianità del lavoro in palestra mi manca molto".
Si sente sotto tiro dopo la mancata qualificazione olimpica?
"Non è un problema che sento. L’unica cosa a cui aspiro è fare le cose in cui credo altrimenti le faccio male. E ricostruire la Nazionale lasciandone al mio successore una completamente rinnovata rispetto al mio arrivo è un grande stimolo".
"Non è un problema che sento. L’unica cosa a cui aspiro è fare le cose in cui credo altrimenti le faccio male. E ricostruire la Nazionale lasciandone al mio successore una completamente rinnovata rispetto al mio arrivo è un grande stimolo".
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