Indiana, culla del basket

Il titolo Nba non è mai arrivato, ma nella patria di Larry Bird contano soprattutto i canestri segnati nelle scuole. Ci sono storie come quella dei ragazzi di Milan o personaggi come Bobby Knight, uno dei più grandi coach del basket college.
C’è una frase di Larry Bird che sintetizza in modo chiaro l’intensa relazione che esiste fra lo Stato dell’Indiana e il basket: "Se dalle mie parti sono diventato un’icona, è perché ho fatto buone cose nello sport che qui è come una religione: il basket". Già, una religione con migliaia di seguaci. Potrebbe sembrare incredibile allora che gli Indiana Pacers — la squadra di professionisti — non abbiano mai vinto il campionato Nba, neppure con Bird in panchina come allenatore (ci sono andati molto vicini nel 2000) e neanche adesso che Larry ha assunto il ruolo di presidente della società.
HIGH SCHOOL - Ma il basket che fa ammattire i conterranei di Bird non è il professionismo. Qui contano soprattutto i canestri segnati nei licei, nelle scuole di paesini che fai fatica a trovare sulle carte geografiche. La storia della high school di Milan che battè tutte le grandi squadre del circondario è diventata un film: i protagonisti di quel team si sono elevati a personaggi di una fiaba, senza neppure mai giocare fra i "pro". Spiegare il perché è difficile. Le tradizioni a volte nascono per caso, si conservano e si celebrano poi come una religione, appunto. In Indiana sono diventati celebri personaggi come Bobby Knight, l’allenatore di Indiana University, uno dei più grandi coach del basket college. Quando nel 2000 lo licenziarono dopo una lunga serie di incidenti legati al suo burrascoso carattere, un intero Stato si sentì tradito. Se fate un giro per l’Indiana , attraversando minuscoli paesi e cittadine più grandicelle, sarà impossibile non accorgersi delle centinaia di canestri appesi sopra i garage di villette tutte uguali e le decine di campetti perennemente occupati da ragazzini che provano a imitare i numeri dei loro idoli.

Commenti

Post più popolari