David Stern difende l'Nba: "Donaghy caso isolato"

Ancora una volta David Stern dimostra di essere incredibilmente a proprio agio davanti ai cronisti, anche nelle situazioni più difficili. Più volte in passato il Commissioner era uscito con classe da situazioni delicate, questa volta l’impresa, con un arbitro che potrebbe avere ritoccato gli scarti di partite su cui avrebbe scommesso, è praticamente impossibile, ma Stern non lascia nulla di intentato e riesce a farsi rispettare dal podio del Westin Hotel, a due passi da Times Square.
MELA MARCIA - "Questo è l’evento più serio - dice l'uomo più potente del basket mondiale - che io abbia mai affrontato da quando faccio parte della Nba, però siamo convinti di avere a che fare con una sola mela marcia, un criminale incallito che ha tradito la nostra fiducia". Parole dure che non possono comunque consolare i tifosi Nba che adesso rischiano di allontanarsi da uno sport già ricco, in passato, di polemiche. Almeno per gli standard a stelle e strisce. Stern però arriva a una considerazione un po’ cinica che deve far riflettere.
CORROTTI - "Siamo tutti sotto choc per quello che è successo, ovviamente nessuno se lo sarebbe mai aspettato – continua il Commissioner –, ma la verità è che queste cose sono del tutto imprevedibili. In questo Paese abbiamo avuto traditori tra le file dell’Fbi e della Cia, e naturalmente in quelle situazioni il controllo sulle attività dei propri impiegati era straordinario, abbiamo anche avuto giudici corrotti. Quando si ha a che fare con dei criminali a volte anche tutte le precauzioni possono non bastare. Questo è il caso di Tim Donaghy”.
DONAGHY - Il Commissioner non può parlare dell’indagine in corso che porterà sviluppi decisivi nei prossimi giorni, ma alcune cose Stern le chiarisce. Innanzitutto nega che la Nba fosse stata informata dall’Fbi sui problemi di Donaghy già a gennaio. "Lo abbiamo saputo lo scorso 20 giugno – chiarisce Stern – poi il 9 luglio Tim Donaghy ha presentato le proprie dimissioni. Con lui non abbiamo parlato, ma il suo avvocato ci ha fatto capire che collaborerà con l’Fbi e che ammetterà la proprie colpe”. Solo allora si potrà avere la certezza che nessun altro impiegato della Nba sia stato complice di Donaghy o a conoscenza delle sue frequentazioni con ambienti malavitosi.
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