Scandalo lesbo, Pokey se ne va

La storia ha fatto il giro d’America in un baleno. Un’allenatrice di basket universitario femminile, carina e vincente, e una tresca di storie lesbo con alcune delle sue giocatrici. Insomma, gli ingredienti piccanti che ti spingono a leggere. Alla Louisiana State University, teatro della telenovela e colege dove in passato studiò Shaquille O'Neal, hanno tutti le bocche cucite. Unico capo d’accusa, per ora, è la lettera di dimissioni di Pokey Chatman, coach di successo, che in tre anni ha portato la sua squadra a un record di 90 vittorie e 14 sconfitte e a tre viaggi consecutivi alle Final Four: roba da primissimi della classe.
Tutto bene, tutto perfetto, tutto bello. Fino a quando l’altro giorno, sono emerse le prime chiacchiere: gossip di corridoio, si sperava; ma si sa, nella provincia d’America, bigotta e neocon, anche un piccolo spiffero di trasgressione è capace di trasformarsi in un tornado. I sussurri, ormai, non erano più tali: si dice che Pokey, nel recente passato, fosse diventata troppo amica di almeno un paio di sue giocatrici. Nessuna attualmente in questa squadra, due ex. E’ bastato: allarme rosso e lettera di dimissioni della fiera Chatman diventata immediatamente una sorta di ammissione di colpa. In principio, però, l’accordo con l’ateneo era quello di continuare ad allenare fino al termine della stagione. Solo dopo, Pokey avrebbe fatto le valigie e traslocato altrove.
Nel comunicato dell’università, ovviamente, non si faceva alcuna menzione delle possibile magagne che ci sarebbero state all’origine dell’improvvisa decisione. Ma l’autolicenziamento ha avuto invece un effetto valanga: le voci sono diventate certezze e la situazione è precipitata. Al punto che coach Chatpam è stata costretta, solo 24 ore dopo, a emettere un altro comunicato: "La mia lettera di dimissioni ha provocato speculazioni e voci che sono andate ben oltre le mie previsioni ed è chiaro che a questo punto la mia presenza in panchina durante il torneo Ncaa sarebbe solo un’inopportuna distrazione". E così, colpevole o innocente, Pokey, considerata il nuovo genio della panchina, lascia e se ne va.
Tutto bene, tutto perfetto, tutto bello. Fino a quando l’altro giorno, sono emerse le prime chiacchiere: gossip di corridoio, si sperava; ma si sa, nella provincia d’America, bigotta e neocon, anche un piccolo spiffero di trasgressione è capace di trasformarsi in un tornado. I sussurri, ormai, non erano più tali: si dice che Pokey, nel recente passato, fosse diventata troppo amica di almeno un paio di sue giocatrici. Nessuna attualmente in questa squadra, due ex. E’ bastato: allarme rosso e lettera di dimissioni della fiera Chatman diventata immediatamente una sorta di ammissione di colpa. In principio, però, l’accordo con l’ateneo era quello di continuare ad allenare fino al termine della stagione. Solo dopo, Pokey avrebbe fatto le valigie e traslocato altrove.
Nel comunicato dell’università, ovviamente, non si faceva alcuna menzione delle possibile magagne che ci sarebbero state all’origine dell’improvvisa decisione. Ma l’autolicenziamento ha avuto invece un effetto valanga: le voci sono diventate certezze e la situazione è precipitata. Al punto che coach Chatpam è stata costretta, solo 24 ore dopo, a emettere un altro comunicato: "La mia lettera di dimissioni ha provocato speculazioni e voci che sono andate ben oltre le mie previsioni ed è chiaro che a questo punto la mia presenza in panchina durante il torneo Ncaa sarebbe solo un’inopportuna distrazione". E così, colpevole o innocente, Pokey, considerata il nuovo genio della panchina, lascia e se ne va.
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