Chi sarà il rookie dell'anno?
Diciamo che vale quanto un titolo di Mvp della stagione. Il riconoscimento più alto per chi entra a far parte della nuova famiglia e del nuovo sistema di gioco. C’è chi è più pronto, visti magari i tresco, in un sistema che di simile, forse ha solo l’intensità di alcune partite, e chi lo è di meno impiegando più tempo per sfondare e dimostrare tutto il proprio valore. Più che ricordare chi questo trofeo l’ha vinto negli ultimi anni, forse sarebbe molto più interessante indicare un paio di nomi che questo trofeo non l’hanno vinto, visto che alla loro prima esperienza non ha certo fatto tuoni e fulmini. Non è stato nemmeno il caso di un certo signore che quel titolo l’avrebbe vinto anche senza giocare, vista la fama e le doti tecniche ed atletiche di ‘The Chosen One’ Lebron James. Ma si sta parlando di stelle, anzi di veri All Star, che sono stati addirittura sottovalutati per qualche tempo. Vedi per esempio il caso di Jermain O’Neal per mesi e mesi ha scaldato la fredda panchina dell’Oregon nel Rose Garden casa dei Trailblazers. E pure qualcosina questo giocatore l’ha pur dimostrata. Non allo stesso modo della power forward dell’Indiana, ma nemmeno il primo anno Nba di un certo altro signore che di nome fa Kevin Garnett, fu entusiasmante, tanto da far dubitare in molto se il salto direttamente dall’High School non fosse stato troppo azzardato; provate a dirlo adesso. U n trofeo, quindi, che non sempre premia un giocatore che poi per forza si trasformerà in una star. O che non sempre rispecchia quello che è l’ordine delle scelte al Draft, vedi per esempio i fischi in questa categoria di giocatori scelti col numero uno come Darko Milicic e Kwame Brown. Questo poi dipende anche dalle annate. Ci sono annate dove vengono fuori dei veri e propri campioni, annate con un misto tra possibili superstar, comprimari o gente destinata per esempio all’Europa, ed infine annate dove ci si deve accontentare di quello che c’è, tanto per usare un eufemismo. Quella del 2007 si preannuncia come una delle annate dove i buoni o ottimi giocatori se ne contano parecchi, di giocatori che nonostante presentino ancora la lettera ‘R’ (rookie) all’indicazione degli anni da professionista, stanno incidendo a lettere al quanto cubitali nel firmamento delle stelle Nba. Firmamento che per l’orgoglio del movimento cestistico italiano, prevede anche il nome di Andrea ‘The Magician’ (come viene chiamato oltreoceano) Bargnani. Un’annata che ha prodotto giocatori in grado di modificare le sorti della propria squadra sin da subito. SI parla di formazioni come i Toronto Raptors, che di primo anno ne ha addirittura 3 (Bargnani, Garbajosa e Parker) e che rispetto alla scorsa stagione ha fatto un enorme passo in avanti aumentando di ben 11 vittorie il record della formazione di Jerry Colangelo rispetto a quello che nel passato campionato ha assicurato loro la prima scelta assoluta, Portland Traiblazers che giorno dopo giorno ha scoperto sempre più di essere Brandon Roy dipendente. L’ex talento di Washington University, è tra i migliori in questa categoria e con una mano e mezza sul trofeo di fine anno. La sorprendente stagione del nuovo beniamino del Rose Garden ci da il la per analizzare il ranking di questa settimana e quello generale a questo punto della stagione. Il riconoscimento di matricola della settimana va nemmeno a dirlo al numero 7 in maglia Blazers che negli ultimi sette giorni ha viaggiato su cifre esorbitanti: 22 punti di media, 7.9 rimbalzi e 3.3 assist, insomma un gran bel biglietto da visita per il futuro. Dietro di lui c’è il nome di un altro Portland Lamarcus Aldridge al quale seguono a ruota i nomi di Walter Hermann di Charlotte, Paul Milsap di Utah e Craig Smith di Minnesota.Nel ranking generale la maglia di leader è sempre sulle spalle salde del solito e onnipresente Brandon Roy. Al secondo posto, nonostante lo stop per l’operazione all’appendicite, resiste il nostro Andrea Bagnai sul quale peserà come un macigno questo stop sulla vittoria finale. Dalle retrovie allora spuntano nomi nuovi e qualche conferma. Si parla allora di Rudy Gay che a Memphis sta strabiliando tutti gli addetti ai lavori, cosi come si parla di Randy Foye dei Timberwolves. Tre nomi ai quali viene maggiormente attribuito il titolo di Rookie of the Year, ma se l’andamento di Roy continuerà ad essere quello delle ultime settimane, allora come si suol dire con un vecchio detto: “Non ci sarà trippa per gatti”.
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