Lo sport, il basket, l'arte e Steve...
Il basket è un gioco, un divertimento e un intrattenimento se parliamo in termini estremamente elementari.
Se volessimo innalzare il nostro discorso potremmo parlare di una miriade di aspetti tecnico-tattici ma non è questo il caso, in questo momento mi interessa l’aspetto piu’ creativo e artistico del Gioco.
Recentemente ho visto una quantità mostruosa di partite NBA e la mia attenzione si è posata su un canadese, due volte MVP della Lega ( quest’anno come fai a non nominarlo la terza volta? ), che gioca un basket che vede solo lui, un visionario, Steve Nash.
All’ 1.30 am del 16 gennaio -orario di Roma- inizia Phoenix @ Memphis, non la prima partita dei Suns che ho avuto il piacere di vedere, ma, sarà l’ora, sarà il clima di festa del MLK Day, l’ho vista in modo diverso.
Steve ha un tipo di gioco che si astrae dal normale concetto di giocare a basket, come detto è un uomo di visione però riesce a condividere i suoi istinti irripetibili con i compagni, li coinvolge, li migliora.
Durante e dopo la partita mi è iniziata a sorgere spontanea una domanda, Steve può essere considerato un artista a tutti gli effetti?
A questo punto la riflessione diventa complicata, lo sport è sport, l’arte è arte direbbe qualcuno, vero.Forse.
Ho trovato un’obiezione, a mio modo di vedere interessante, fino a che punto si puo’ dire che lo sport non possa avere punti di contatto col mondo dell’artistico?
Secondo me dovremmo svuotarci le tasche di questi retaggi antico romani e andare a prendere il vero significato e valore di alcune cose, non tutto lo sport è arte, e siamo d’accordo, ma alcuni frangenti di pochissimi individui con talenti non comuni si elevano, perché no, ad arte nel momento in cui provocano in chi li guarda una reazione di gusto.
È il caso di alcune superstar del basket che legano ad un atletismo fuori dalla norma , e certe volte dalla capacità di intendere comune , una visione di gioco , un intelligenza cestistica e un talento rivoltanti.
Nel momento in cui l’arte si evolve e si considera arte anche ciò che non lo era nel senso classico del termine perché non pensare di essere così onesti e riconoscere l’artistico in alcuni frangenti sportivi?
Mi si è spesso obiettato che ciò che succede su un parquet di basket non è fruibile se non attraverso immagini e quindi non può essere esposto dal vivo ma credo che questo sia solo un pretesto per non ammettere direttamente la realtà e prendere tempo infatti è ovvio che ciò che succede non sia riproducibile dal vivo, ma nemmeno la musica o una performance sono riproducibili in maniera identica e con lo stesso trasporto emozionale dell’autore e di chi assiste.
Sicuramente lo sport emoziona in modo diverso da un quadro ma questo perché è un’ espressione artistica diversa, non meno coinvolgente, forse con meno studio e più istintiva nel vero senso del termine, assolutamente non di minor valore assoluto.
Certamente la società soffre di un background che vedeva l’atleta come uno schiavo che portava intrattenimento, a volte intratteneva anche qualche fiera ben disposta, e fa fatica a scrollarsi di dosso questo peso , lo sport come qualcosa di meno nobile per eccellenza.
Ormai, nell’anno di grazia 2007 , penso si possano riconoscere alcune cose e se di sicuro lo sport è intrattenimento per far stare allegre milioni di persone sul pianeta attorno al quale si costruiscono business a nove zeri allora bisogna riconoscere che in qualche caso , tra i quali Steve Nash, i suoi attori possono essere additati come degli artisti, non meno nobili di altri, senza se e senza ma.
Steve Nash , come altri, ha delle visioni su un campo di basket , riesce a far convergere l’attenzione delle migliaia presenti su di lui e su ciò che fa, lo stupore, la voglia di parteciparvi e di cercare di capire cosa ha visto e cos’ha fatto con quella benedetta palla arancione.
Ho visto dei colpi di genio di Steve che non posso spiegare se non ammettendo che abbia un bagaglio creativo e una vena artistica degna del miglior poeta latino, degli istinti che vanno al di là del cosciente perché sarebbero impossibili da mettere a segno razionalmente anche essendoci in lui uno spirito apollineo che traspare chiaro dal suo linguaggio del corpo e che lo porta a confezionare delle giocate che definirei, senza mezzi termini, opere d’arte nelle quali si identificano la proporzione e la bellezza, ovvero le qualità che rendono le cose piacevoli per l'intelletto e per lo spirito in forza dei giusti rapporti formali tra le parti che le compongono.
A questo punto avrei voluto citare alcuni personaggi dello sport che più di altri io ritengo dei veri e propri artisti, più che mai nel bene e nel male, però non mi piace fare un elenco e quindi riassumere diverse opere in poche righe senza la possibilità di un’attenta introspezione psicologica.
Rimando quindi ad altri momenti degli approfondimenti in questo senso.
La mia personalissima battaglia per dimostrare il fondamento dell’aspetto artistico – non certamente nell’accezione classica bensì assolutamente più moderna del termine - probabilmente rimarrà mia e di pochi altri però finché ne avrò la possibilità la porterò avanti.
Se volessimo innalzare il nostro discorso potremmo parlare di una miriade di aspetti tecnico-tattici ma non è questo il caso, in questo momento mi interessa l’aspetto piu’ creativo e artistico del Gioco.
Recentemente ho visto una quantità mostruosa di partite NBA e la mia attenzione si è posata su un canadese, due volte MVP della Lega ( quest’anno come fai a non nominarlo la terza volta? ), che gioca un basket che vede solo lui, un visionario, Steve Nash.
All’ 1.30 am del 16 gennaio -orario di Roma- inizia Phoenix @ Memphis, non la prima partita dei Suns che ho avuto il piacere di vedere, ma, sarà l’ora, sarà il clima di festa del MLK Day, l’ho vista in modo diverso.
Steve ha un tipo di gioco che si astrae dal normale concetto di giocare a basket, come detto è un uomo di visione però riesce a condividere i suoi istinti irripetibili con i compagni, li coinvolge, li migliora.
Durante e dopo la partita mi è iniziata a sorgere spontanea una domanda, Steve può essere considerato un artista a tutti gli effetti?
A questo punto la riflessione diventa complicata, lo sport è sport, l’arte è arte direbbe qualcuno, vero.Forse.
Ho trovato un’obiezione, a mio modo di vedere interessante, fino a che punto si puo’ dire che lo sport non possa avere punti di contatto col mondo dell’artistico?
Secondo me dovremmo svuotarci le tasche di questi retaggi antico romani e andare a prendere il vero significato e valore di alcune cose, non tutto lo sport è arte, e siamo d’accordo, ma alcuni frangenti di pochissimi individui con talenti non comuni si elevano, perché no, ad arte nel momento in cui provocano in chi li guarda una reazione di gusto.
È il caso di alcune superstar del basket che legano ad un atletismo fuori dalla norma , e certe volte dalla capacità di intendere comune , una visione di gioco , un intelligenza cestistica e un talento rivoltanti.
Nel momento in cui l’arte si evolve e si considera arte anche ciò che non lo era nel senso classico del termine perché non pensare di essere così onesti e riconoscere l’artistico in alcuni frangenti sportivi?
Mi si è spesso obiettato che ciò che succede su un parquet di basket non è fruibile se non attraverso immagini e quindi non può essere esposto dal vivo ma credo che questo sia solo un pretesto per non ammettere direttamente la realtà e prendere tempo infatti è ovvio che ciò che succede non sia riproducibile dal vivo, ma nemmeno la musica o una performance sono riproducibili in maniera identica e con lo stesso trasporto emozionale dell’autore e di chi assiste.
Sicuramente lo sport emoziona in modo diverso da un quadro ma questo perché è un’ espressione artistica diversa, non meno coinvolgente, forse con meno studio e più istintiva nel vero senso del termine, assolutamente non di minor valore assoluto.
Certamente la società soffre di un background che vedeva l’atleta come uno schiavo che portava intrattenimento, a volte intratteneva anche qualche fiera ben disposta, e fa fatica a scrollarsi di dosso questo peso , lo sport come qualcosa di meno nobile per eccellenza.
Ormai, nell’anno di grazia 2007 , penso si possano riconoscere alcune cose e se di sicuro lo sport è intrattenimento per far stare allegre milioni di persone sul pianeta attorno al quale si costruiscono business a nove zeri allora bisogna riconoscere che in qualche caso , tra i quali Steve Nash, i suoi attori possono essere additati come degli artisti, non meno nobili di altri, senza se e senza ma.
Steve Nash , come altri, ha delle visioni su un campo di basket , riesce a far convergere l’attenzione delle migliaia presenti su di lui e su ciò che fa, lo stupore, la voglia di parteciparvi e di cercare di capire cosa ha visto e cos’ha fatto con quella benedetta palla arancione.
Ho visto dei colpi di genio di Steve che non posso spiegare se non ammettendo che abbia un bagaglio creativo e una vena artistica degna del miglior poeta latino, degli istinti che vanno al di là del cosciente perché sarebbero impossibili da mettere a segno razionalmente anche essendoci in lui uno spirito apollineo che traspare chiaro dal suo linguaggio del corpo e che lo porta a confezionare delle giocate che definirei, senza mezzi termini, opere d’arte nelle quali si identificano la proporzione e la bellezza, ovvero le qualità che rendono le cose piacevoli per l'intelletto e per lo spirito in forza dei giusti rapporti formali tra le parti che le compongono.
A questo punto avrei voluto citare alcuni personaggi dello sport che più di altri io ritengo dei veri e propri artisti, più che mai nel bene e nel male, però non mi piace fare un elenco e quindi riassumere diverse opere in poche righe senza la possibilità di un’attenta introspezione psicologica.
Rimando quindi ad altri momenti degli approfondimenti in questo senso.
La mia personalissima battaglia per dimostrare il fondamento dell’aspetto artistico – non certamente nell’accezione classica bensì assolutamente più moderna del termine - probabilmente rimarrà mia e di pochi altri però finché ne avrò la possibilità la porterò avanti.
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