Bird, la Leggenda ha 50 anni

Dalla Gazzetta dello Sport del 07/12/06
Il giocatore che dalla fine degli anni '70 ha fatto grandi prima Indiana State e poi i Celtics arriva a mezzo secolo. L'America lo celebra con rimpianto: uno come lui non si è più visto in Nba
Larry Bird compie 50anni e la Nba si inchina. Il mito di Larry “The Legend” non si e’ certo affievolito con gli anni. Nato nella minuscola cittadina (2.000 abitanti) di French Lick, nell’Indiana, diventata poi una sorta di mecca e meta turistica per i tantissimi fan di Bird, il giocatore dopo una straordinaria carriera liceale sembrava aver raggiunto il capolinea cestistico al college. Come tutti i giocatori dell’Indiana, infatti, Larry aveva coltivato il sogno di indossare la divisa rossa degli Hoosiers della Indiana University, ma una volta arrivato alla corte di Bobby Knight, un Bird troppo malinconico decise di lasciare l’università e tornare a casa.
La sua storia avrebbe potuto avere un epilogo ben diverso se, una volta rientrato a French Lick, si fosse accontentato di una vita tranquilla lontano dal parquet. Invece Bird decise di rimettersi in discussione, accettando la proposta di una borsa di studio arrivatagli dalla meno nobile Indiana State. Fu amore a priva vista tra Larry Bird e il suo nuovo ateneo, che il giocatore fece diventare grande. Nel 1978 i Celtcs decisero puntare su Bird, il quale però, essendo ancora junior, dopo essere stato scelto al primo giro (sesto pick del draft), decise di terminare la propria carriera a Indiana State prima di andare a Boston, una scelta che con le attuali norme naturalmente oggi non sarebbe possibile. Nel suo anno da senior Bird trascinò Indiana State alla finale Ncaa, finale che mise di fronte Bird e un certo Magic Johnson di Michigan State. Gli Spartans vinsero il titolo e inflissero a Indiana State l’unica sconfitta di una stagione comunque memorabile.
Terminata la carriera collegiale Bird firmò un contratto sontuoso, 650.000 dollari all’anno, con i Celtics diventato così il rookie più pagato nella storia della Nba. Il resto, per parafrasare un celebre detto americano, e’ storia. Larry Bord diventa uno dei più grandi giocatori di sempre, guida i Celtics a tre titoli Nba (1981, ’84, ’86), vince per tre anni consecutivi il premio Mvp (1984, ’85, ’86), viene selezionato per ben 12 volte all’All Star Game e si toglie anche la soddisfazione di far parte della più grande squadra mai assemblata nella storia della pallacanestro, il Dream Team che nel 1992 incanta tutto il mondo vincendo l’oro all’Olimpiade di Barcellona. Larry Bird si ritira nel 1992, uscendo di scena con una celebre conferenza stampa nella sua French Lick, e viene naturalmente eletto nella Hall of Fame nel 1998.
Appese le scarpe al chiodo, la leggenda di French Lick lavora come dirigente dei Celtics fino al 1997, poi a sorpresa decide di tentare la carriera dell’allenatore e accetta la proposta degli Indiana Pacers, diventando head coach dal 1997 al 2000. Con Bird al timone i Pacers raggiungono la finale della Eastern Conference per tre anni consecutivi, riuscendo anche ad arrivare alle Finali Nba nel 2000, quando Indiana si inchina ai Lakers di Shaq e Kobe. Chiusa l’esperienza in panchina, Larry Bird ritorna a lavorare con i Pacers, diventando il “President of Basketball Operation” della franchigia, un ruolo che l’ex fenomeno dei Celtics tutto'ora ricopre. Nessuno però ha dimenticato le sue gesta sul parquet, i duelli storici con i Lakers di Magic e la sua straordinaria leadership. L’Nba cerca da tempo il nuovo Larry Bird, un’impresa che appare disperata. Di Larry Bird, infatti, ce n’e’ uno solo.

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