Una Proposta Provocatoria

Dal Sito della GIBA
Possiamo già dirlo dopo le prime 2 giornate, anche alla luce dei dati statistici apparsi sullo scorso numero di SB: siamo di fronte all’ennesimo fallimento.
L’obbiettivo di veder giocare più atleti italiani “veri” in Serie A sarà ancora una volta mancato, e i dati impietosi confermano che la situazione è addirittura peggiorata rispetto a quella già pessima dello scorso anno.
Ci avviciniamo a grandi passi alla soglia scandalosa del 20%: su 5 giocatori in campo in media solo 1 ha imparato a giocare a basket in Italia!
Tutto considerato, non era difficile prevederlo: lo scambio infine accettato dalla FIP (obbligo di schierare a referto giocatori italiani di formazione in cambio dell’aumento degli americani da 3 a 4) si è rivelato deleterio.
È l’ennesimo bluff , come quello di aumentare il numero dei giocatori da portare a referto sino a 12 (il 50% di 12 non è il 50% di 10 …!). Porto in panchina (da dove non si alzano mai) anche 5 o 6 italiani (magari il quindicenne che è bravo a scuola), ed in cambio posso far giocare un americano in più … fantastico … complimenti …!
Potrei dire che noi l’avevamo previsto e denunciato, ma nessuno ha osato deludere il Sindaco più famoso d’Italia, amplificato dal megafono della stampa specializzata cui non è parso vero di avere trovato finalmente un personaggio da copertina nel basket. Speriamo che non si arrivi alla applicazione integrale della proposta del volenteroso Sindaco (6 italiani e 6 liberi): sarebbe un disastro! Egli è un esperto, e sa che i 6 americani avrebbero in media oltre il 90% dei minuti disponibili!
Voglio fare una proposta provocatoria.
Che ogni club di A ingaggi e faccia giocare tutti gli americani, gli oriundi e i comunitari che vuole, ma ad una sola condizione: che nel campionato italiano vi sia sempre in campo in ciascuna squadra almeno un giocatore con 4 campionati giovanili FIP alle spalle. In questo modo non si potrebbe scendere sotto la media attuale (1 su 5), ma almeno non ci sarebbero ipocrisie e alchimie e buffonate (come quella dei ragazzi prelevati da scuola e portati in trasferta solo per completare la cifra degli italiani); la FIP inoltre non presterebbe il fianco ad azioni legali per violazione di diritti acquisiti da atleti oriundi, né rischierebbe di ledere le leggi comunitarie della libera circolazione. Dopo un periodo transitorio di 2 anni i giocatori italiani da far giocare dovrebbero salire a 2, come in Russia.
Si potrebbe anche prevedere l’obbligo per i club di partecipare ad un campionato under 18 con gare di andata e ritorno da giocare in coincidenza delle gare del campionato maggiore. Si potrebbe magari trovare un meccanismo per far pesare i risultati del campionato under sulla classifica del campionato di A (proposta scandalosa …!)
È anche tempo di mettere ordine al sistema delle retribuzioni dei giocatori professionisti. Che si stabilisca un limite massimo al contenuto economico dei contratti di immagine, che si fissi un rapporto percentuale non superabile rispetto al contenuto economico dei contratti di lega. Adesso regna il caos ed ogni squadra si comporta come crede, con evidente violazione dei principi di equità competitiva e di regolarità amministrativa. Ma questa è un’altra (brutta) storia.

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