Pensiamoci un pochino!!!!!

Il 'prof' Giardini se ne va: 'Non è più la mia Virtus'
La notizia già circolava da alcuni giorni e da un paio di settimane i bambini del minibasket della Virtus Pallacanestro Bologna non vedevano più in palestra il loro “nume tutelare”, il mitico Prof. Gianni Giardini.
Dopo il “divorzio” dalla Virtus di Simona Vedovati e (pare) di Alessandro Cantelli, il settore giovanile bianconero perde un altro importante e storico pilastro.
Abbiamo quindi contattato direttamente Gianni Giardini che ci ha rilasciato questa intervista.
D: Allora “Prof.”, è vero quello che si sente dire in giro e cioè che ha lasciato la Virtus Bologna ?
R: Confermo tutto; con immenso dispiacere ho liberamente deciso di lasciare la Virtus dopo quasi 50 anni di rapporto con questa società che ha rappresentato per me una gran parte della mia vita, non solo professionale.
D: Siamo indiscreti se le chiediamo il motivo per il quale ha deciso di interrompere un rapporto che sembrava non dovesse mai aver fine ?
R: No, non ho difficoltà ad affermare che lascio la Virtus perchè sono in disaccordo sulla nuova politica, decisa dal vertice della società, relativamente al settore giovanile.
D: Ci spieghi meglio
R: Non sono assolutamente d’accordo sulla decisione di aumentare sensibilmente la quota che ogni bambino, o meglio la sua famiglia, deve pagare per fare minibasket con la Virtus.
D: Ci permetta di fare “l’avvocato del diavolo”; la società potrebbe obiettare che i costi del settore giovanile sono elevati e devono essere coperti dalle quote di iscrizione dei bambini
R: Certo, sono d’accordo, i costi devono essere coperti dalle quote. Però tra il pareggiare le spese e il pensare di poter trattare questi piccoli alla stregua di una ricca fonte di guadagno ce ne passa. Con questi chiari di luna dal punto di vista economico non si può costringere una famiglia a sborsare una cifra elevata per avviare il proprio figlio al basket. Facendo così i bambini si allontanano dal basket a vantaggio di altri sport.
D: Infatti, da un breve sondaggio informale sappiamo che già alcuni bambini del minibasket Virtus quest’anno hanno abbandonato il basket e scelto il calcio.
R: E’ così, è anche una questione “di mercato”. Se il minibasket Virtus va fuori mercato per il prezzo, le famiglie si orienteranno su altre società sportive (e a Bologna ce ne sono molte tra le quali alcune molto valide) se non addirittura su altri sport. Così facendo rimarrà in Virtus solo una fetta “elitaria” di bambini le cui famiglie possono affrontare una spesa elevata. Ma il minibasket Virtus non deve essere uno “status symbol”.
D: Cos’è per lei il basket giovanile ?
R: Guardi, io ho iniziato a fare l’allenatore di basket dai Frati della Parrocchia S. Annunziata fuori S. Mamolo a Bologna. I primi bambini che ho avuto erano nati nel 1947 (tra questi c’era anche Giovanni Tamburini titolare dell’omonima famosa salumeria di Bologna). Sono entrato in Virtus nel 1960 nella sezione Atletica Leggera, ai tempi di Marino Ratta. Dopo 2 anni passati in Fortitudo e 3 al Gira – Fernet Tonic con Beppe Lamberti, dal 1979 sono entrato in Virtus e, posso dirlo con soddisfazione, da allora ho allenato anche i figli dei “bambini” che allenai all’inizio della carriera. Penso che lo sport debba avere una funzione educativa globale e quindi coniugare armonicamente la crescita atletico – sportiva del bambino con la crescita culturale e morale. Quindi basket sì, ma grande importanza alla scuola ed ai valori di civiltà, lealtà, e sportività. In questo modo cresciamo dei cittadini che, se anche si appassionano a questo sport magari senza diventare dei campioni da prima squadra, comunque diventeranno tifosi e abbonati della Virtus, oppure arbitri, allenatori e porteranno nuova linfa al movimento. Ma se si riduce la base dei bambini, che futuro ci sarà per la società ed il suo pubblico ?
Ringrazio BasketNet perché mi da l’occasione di augurare buon lavoro a Marco Lodi e Marcello Degli Esposti che continueranno a seguire i giovani atleti bianconeri con la stessa passione e sacrificio che hanno manifestato in questi anni e che hanno consentito loro di raccogliere ricche soddisfazioni (solo sportive, purtroppo).
D: Ci permetta un’ultima domanda: cosa farà “da grande” il Prof. Gianni Giardini ?
R: Sono sempre stato a contatto con i giovani; ho insegnato per 25 anni alle Scuole Medie “Volta” di Bologna e non riesco a pensare di abbandonare il settore giovanile che mi ha dato molte soddisfazioni. Io sono qui, già alcune società si sono fatte avanti con molta discrezione, poi chissà mai che la Virtus non cambi idea …
La notizia già circolava da alcuni giorni e da un paio di settimane i bambini del minibasket della Virtus Pallacanestro Bologna non vedevano più in palestra il loro “nume tutelare”, il mitico Prof. Gianni Giardini.
Dopo il “divorzio” dalla Virtus di Simona Vedovati e (pare) di Alessandro Cantelli, il settore giovanile bianconero perde un altro importante e storico pilastro.
Abbiamo quindi contattato direttamente Gianni Giardini che ci ha rilasciato questa intervista.
D: Allora “Prof.”, è vero quello che si sente dire in giro e cioè che ha lasciato la Virtus Bologna ?
R: Confermo tutto; con immenso dispiacere ho liberamente deciso di lasciare la Virtus dopo quasi 50 anni di rapporto con questa società che ha rappresentato per me una gran parte della mia vita, non solo professionale.
D: Siamo indiscreti se le chiediamo il motivo per il quale ha deciso di interrompere un rapporto che sembrava non dovesse mai aver fine ?
R: No, non ho difficoltà ad affermare che lascio la Virtus perchè sono in disaccordo sulla nuova politica, decisa dal vertice della società, relativamente al settore giovanile.
D: Ci spieghi meglio
R: Non sono assolutamente d’accordo sulla decisione di aumentare sensibilmente la quota che ogni bambino, o meglio la sua famiglia, deve pagare per fare minibasket con la Virtus.
D: Ci permetta di fare “l’avvocato del diavolo”; la società potrebbe obiettare che i costi del settore giovanile sono elevati e devono essere coperti dalle quote di iscrizione dei bambini
R: Certo, sono d’accordo, i costi devono essere coperti dalle quote. Però tra il pareggiare le spese e il pensare di poter trattare questi piccoli alla stregua di una ricca fonte di guadagno ce ne passa. Con questi chiari di luna dal punto di vista economico non si può costringere una famiglia a sborsare una cifra elevata per avviare il proprio figlio al basket. Facendo così i bambini si allontanano dal basket a vantaggio di altri sport.
D: Infatti, da un breve sondaggio informale sappiamo che già alcuni bambini del minibasket Virtus quest’anno hanno abbandonato il basket e scelto il calcio.
R: E’ così, è anche una questione “di mercato”. Se il minibasket Virtus va fuori mercato per il prezzo, le famiglie si orienteranno su altre società sportive (e a Bologna ce ne sono molte tra le quali alcune molto valide) se non addirittura su altri sport. Così facendo rimarrà in Virtus solo una fetta “elitaria” di bambini le cui famiglie possono affrontare una spesa elevata. Ma il minibasket Virtus non deve essere uno “status symbol”.
D: Cos’è per lei il basket giovanile ?
R: Guardi, io ho iniziato a fare l’allenatore di basket dai Frati della Parrocchia S. Annunziata fuori S. Mamolo a Bologna. I primi bambini che ho avuto erano nati nel 1947 (tra questi c’era anche Giovanni Tamburini titolare dell’omonima famosa salumeria di Bologna). Sono entrato in Virtus nel 1960 nella sezione Atletica Leggera, ai tempi di Marino Ratta. Dopo 2 anni passati in Fortitudo e 3 al Gira – Fernet Tonic con Beppe Lamberti, dal 1979 sono entrato in Virtus e, posso dirlo con soddisfazione, da allora ho allenato anche i figli dei “bambini” che allenai all’inizio della carriera. Penso che lo sport debba avere una funzione educativa globale e quindi coniugare armonicamente la crescita atletico – sportiva del bambino con la crescita culturale e morale. Quindi basket sì, ma grande importanza alla scuola ed ai valori di civiltà, lealtà, e sportività. In questo modo cresciamo dei cittadini che, se anche si appassionano a questo sport magari senza diventare dei campioni da prima squadra, comunque diventeranno tifosi e abbonati della Virtus, oppure arbitri, allenatori e porteranno nuova linfa al movimento. Ma se si riduce la base dei bambini, che futuro ci sarà per la società ed il suo pubblico ?
Ringrazio BasketNet perché mi da l’occasione di augurare buon lavoro a Marco Lodi e Marcello Degli Esposti che continueranno a seguire i giovani atleti bianconeri con la stessa passione e sacrificio che hanno manifestato in questi anni e che hanno consentito loro di raccogliere ricche soddisfazioni (solo sportive, purtroppo).
D: Ci permetta un’ultima domanda: cosa farà “da grande” il Prof. Gianni Giardini ?
R: Sono sempre stato a contatto con i giovani; ho insegnato per 25 anni alle Scuole Medie “Volta” di Bologna e non riesco a pensare di abbandonare il settore giovanile che mi ha dato molte soddisfazioni. Io sono qui, già alcune società si sono fatte avanti con molta discrezione, poi chissà mai che la Virtus non cambi idea …
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