Kobe pronto a ripartire

Kobe Bryant è da sempre un personaggio che divide: c'è chi lo adora e lo considera come l'unico vero erede di Michael Jordan e c'è chi lo ritiene un giocatore di talento ma monodimensionale e, soprattutto, vittima del suo stesso ego smisurato che ne fa un "rovina spogliatoio". Senza contare l'accusa di stupro di alcuni anni fa che ha, se possibile, ampliato ulteriormente le distanze tra estimatori e detrattori.
La realtà è che, volenti o nolenti, il figlio di Joe "Jellybean" Bryant è una delle stelle Nba e "fa notizia" anche quando...non gioca, come accaduto questa estate. Inizialmente Kobe doveva infatti partecipare con la formazione statunitense ai Mondiali del Giappone ma i guai cronici al ginocchio destro l'hanno costretto a dare forfait e operarsi.
"Avevo troppi fastidi al ginocchio: dopo l'operazione, invece, sta andando sempre meglio giorno dopo giorno giorno - ha spiegato la stella dei Lakers - Ancora non sono in grado di correre ma dovrei riuscirsi tra pochi giorni. Intanto, questa estate ho lavorato molto in palestra, facendo cose specifiche tipo i pesi".
Così Kobe dovrebbe essere pronto per il training campo dei losangelini, il cui inizio è previsto per il primo ottobre: "All'inizio in allenamento bisognerà valutare la situazione giorno per giorno - ha chiarito Bryant - La cosa più importante è recuperare completamente la forza della mia gamba senza aver fretta"
Saltato l'impegno con gli Stati Uniti, Kobe ha visto i suoi connazionali arrivare terzi alla rassegna iridata, un risultato non proprio preventivato alla vigilia che lo avrebbe spinto a sottolineare la mancanza di amalgama del gruppo a telle e strisce, almeno secondo quanto riportato da alcuni merdia dell'Estremo Oriente, dove il giocatore si trovava per clinic e impegni pubblicitari.
"Quelle parole non sono mai uscite dalla mia bocca: penso che qualcuno si sia confuso al momento di tradurre. Ovviamente hanno frainteso tutto quello che ho detto - ha spiegato l'All Star - Penso che la squadra abbia giocato bene: semplicemente in semifinale, quel giorno, la Grecia ha giocato meglio di noi. Cosa si può dire d'altro? Spetta a noi raccogliere certe sfide e alzare il livello del nostro gioco per vincerle".
Intanto, lasciatosi alle spalle i Mondiali vissuti da spettatore, Bryant si appresta a tornare protagonista in un campionato Nba che l'anno scorso l'ha visto miglior realizzatore con 35.4 punti di media (l'ottava pià alta di sempre, la migliore dal 1986/1987, quando Michael Jordan chiuso con 37.1) e trascinatore dei Lakers.
Dopo un anno in cui erano rimasti fuori dalla postseason con un bilancio di 34 vinte e 48 perse, nel 2005/2006 i gialloviola hanno migliorato di 11 successi il bilancio della stagione regolare, per poi portare fino alla settima partita i Phoenix Suns ed essere eliminati solo dopo essere stati anche sul 3-1.
Adesso, con neo-acquisti come Vladimir Radmanovic, Maurice Evans e Shammond Williams, i Lakers puntano a fare meglio: "Abbiamo fatto delle aggiunte fondamentali prendendo questi giocatori - ha detto convinto Kobe - Già l'anno scorso abbiamo sorpreso qualcuno per le nostre prove e avevamo un team giovane, come lo è ancora ma con in più giocatori importanti. Penso che ci divertiremo".
Lui ne sarà convintissimo ma l'impressione di chi scrive è che nella migliore delle ipotesi e salvo sorprese al momento difficilmente ipotizzabili, il miglior risultato cui possano ambire i gialloviola è il secondo turno dei playoff. Poi, certo, con Bryant in squadra - vedi gli 81 punti segnati contro Toronto - tutto è possibile. Altrimenti non sarebbe Kobe.
La realtà è che, volenti o nolenti, il figlio di Joe "Jellybean" Bryant è una delle stelle Nba e "fa notizia" anche quando...non gioca, come accaduto questa estate. Inizialmente Kobe doveva infatti partecipare con la formazione statunitense ai Mondiali del Giappone ma i guai cronici al ginocchio destro l'hanno costretto a dare forfait e operarsi.
"Avevo troppi fastidi al ginocchio: dopo l'operazione, invece, sta andando sempre meglio giorno dopo giorno giorno - ha spiegato la stella dei Lakers - Ancora non sono in grado di correre ma dovrei riuscirsi tra pochi giorni. Intanto, questa estate ho lavorato molto in palestra, facendo cose specifiche tipo i pesi".
Così Kobe dovrebbe essere pronto per il training campo dei losangelini, il cui inizio è previsto per il primo ottobre: "All'inizio in allenamento bisognerà valutare la situazione giorno per giorno - ha chiarito Bryant - La cosa più importante è recuperare completamente la forza della mia gamba senza aver fretta"
Saltato l'impegno con gli Stati Uniti, Kobe ha visto i suoi connazionali arrivare terzi alla rassegna iridata, un risultato non proprio preventivato alla vigilia che lo avrebbe spinto a sottolineare la mancanza di amalgama del gruppo a telle e strisce, almeno secondo quanto riportato da alcuni merdia dell'Estremo Oriente, dove il giocatore si trovava per clinic e impegni pubblicitari.
"Quelle parole non sono mai uscite dalla mia bocca: penso che qualcuno si sia confuso al momento di tradurre. Ovviamente hanno frainteso tutto quello che ho detto - ha spiegato l'All Star - Penso che la squadra abbia giocato bene: semplicemente in semifinale, quel giorno, la Grecia ha giocato meglio di noi. Cosa si può dire d'altro? Spetta a noi raccogliere certe sfide e alzare il livello del nostro gioco per vincerle".
Intanto, lasciatosi alle spalle i Mondiali vissuti da spettatore, Bryant si appresta a tornare protagonista in un campionato Nba che l'anno scorso l'ha visto miglior realizzatore con 35.4 punti di media (l'ottava pià alta di sempre, la migliore dal 1986/1987, quando Michael Jordan chiuso con 37.1) e trascinatore dei Lakers.
Dopo un anno in cui erano rimasti fuori dalla postseason con un bilancio di 34 vinte e 48 perse, nel 2005/2006 i gialloviola hanno migliorato di 11 successi il bilancio della stagione regolare, per poi portare fino alla settima partita i Phoenix Suns ed essere eliminati solo dopo essere stati anche sul 3-1.
Adesso, con neo-acquisti come Vladimir Radmanovic, Maurice Evans e Shammond Williams, i Lakers puntano a fare meglio: "Abbiamo fatto delle aggiunte fondamentali prendendo questi giocatori - ha detto convinto Kobe - Già l'anno scorso abbiamo sorpreso qualcuno per le nostre prove e avevamo un team giovane, come lo è ancora ma con in più giocatori importanti. Penso che ci divertiremo".
Lui ne sarà convintissimo ma l'impressione di chi scrive è che nella migliore delle ipotesi e salvo sorprese al momento difficilmente ipotizzabili, il miglior risultato cui possano ambire i gialloviola è il secondo turno dei playoff. Poi, certo, con Bryant in squadra - vedi gli 81 punti segnati contro Toronto - tutto è possibile. Altrimenti non sarebbe Kobe.
di certo il più completo giocatore americano!!!
RispondiEliminadi certo L'UNICO giocatore completo americano :)battute a parte, l'acquisto azzeccato è radmanovic, che servirà per rimbalzi e triple. ma i lakers sono sempre e solo kobe... che se ne mette 81 col ginocchio fuori posto, pensa cosa fa col ginocchio a posto
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