Cska campione, Messina sul trono d'Europa!

Ci volevano 35 anni (l'ultimo titolo, infatti, risale al 1971 quando il Cska Mosca batte' Varese 69-53), o forse bastava Ettore Messina. Il Cska Mosca torna campione, re d’Europa nella finale più attesa e scontata, lo spot che l’Euroleague stessa cercava da quando sette mesi fa si alzava la prima palla a due. Un capolavoro tattico, prima di tutto, disegnato dalla mente d’oro di coach Messina, l’unico in grado di mettere a posto i tasselli variegati che un allenatore possa trovarsi tra le mani. L’unico a disciplinare il talento furente di Holden, a spremere qualità dai centimetri di Savrasenko e Van Den Spiegel, l’unico a far conciliare le tante bocche da fuoco, Smodis e Vanterpool, insegnare e predicare difesa meticolosa ed equilibri prima di segnare. Dopo viene il progetto Final4, costruito giorno e notte a pensare come poter fermare Parker e Vujcic, nella partita che doveva chiudere il copione europeo. Togliere ritmo, rifornimenti, la chiave e così è stato. Fuori dai giochi i due migliori (14 con 5/15 in coppia per Parker e Vujcic), Gershon non ha trovato alternative, se non da Willie Solomon. A sprazzi, come appunto dimostra l’andamento a sinusoide del Maccabi, bene, all’inizio con il 7-0 firmato da Solomon e una difesa aggresiva come quella semifinale (due stoppate e un airball sui primi tre possessi russi), male nel seguito. Senza Parker e Vujcic tenuti a zero nel primo quarto, il Cska ha trovato ritmo, consolidato dal primo vantaggio sul 12-11 di Langdon. Ma a far saltare il banco è stata la difesa organizzata dell’Armata Rossa (29% concesso nel primo quarto), solida a uomo e beffarda a zona. Parker si sblocca dopo 11’30’’, ma quando Messina cambia la sua difesa, il Maccabi continua a deragliare (sette punti in 7’) e Papaloukas si scopre anche tiratore insospettabile (35-25). Tel-Aviv gira anche con un po’ di fortuna la boa del primo tempo limitando i danni (35-30), complice i cinque facili punti che il Cska lascia, ma le impietose statistiche non mentono. Sotto in tutto i gialli israeliani (33% contro il 41% avversario), pagano al rientro contro un Vanterpool scatenato: l’ex senese foraggia le sue statistiche con la doppia cifra di punti, ma soprattutto riapre le ferite del Maccabi. Prima l’allungo con cinque punti in un minuto, poi i canestri che portano al massimo vantaggio (42-31 al 22’). Tutto in due minuti, ma i campioni non possono accusare colpi e rispondono a suon di triple: si iscrivono alla gara anche Penney e Arnold, che rimettono a -4 la squadra di Gershon, fanno nuovamente paura al Cska e svegliano anche Vujcic. Il croato, a secco per tre quarti e colpito in pieno dalla tattica messiniana, reagisce d’orgoglio e infila quattro punti in due possessi (46-46 al 28’). Coincide l’ennesimo strattone russo, con Smodis e Papaloukas che aprono la scatola, e un’altra replica del Maccabi, che prima pareggia con Parker e Solomon e poi prova anche il colpo impossibile, con una bomba del play rilanciare avanti i suoi (56-58 al 34’). Risponde nello stesso modo Langdon dall’angolo, col canestro che poi sarà il più importante, e la sterzata del Cska è guidata da Smodis che buca Parker dall’arco e Papaloukas ancora puntuale sullo scarico (66-59 al 39’), mentre Tel-Aviv finisce col perdere palle su palle. Non finisce qui e il Cska, più che mai memore della tradizione negativa non alza le mani in anticipaìo, infila quasi tutti i liberi, eppure si ritrova dopo due dardi di Solomon e Arnold con sei secondi e un vantaggio più che mai ridotto. Sblocca quota 71 Langdon, con due liberi e il tempo che evapora definitivamente sul ferro scheggiato di Parker. Oggi sconfitto dal vero mvp, Ettore Messina, la perfida mentre di tutto, il sassolino che il Maccabi ha incontrato sulla sua strada e nella storia europea ha scritto un altro nome storico, quello del suo Cska Mosca.

CSKA MOSCA – MACCABI TEL-AVIV 73-69 (18-18. 35-30; 49-48)
Cska (18/33, 8/24, TL 13/21) – Holden 6 (3/7, 0/5), Langdon 11 (0/1, 3/6), Vanterpool 16 (6/12, 0/1), Smodis 12 (1/3, 3/6), Savrasenko 10 (5/5); Papaloukas 18 (3/4, 2/4), Panov (0/2 da tre), Van Den Spiegel (0/1), Kurbanov ne, Zavourev ne, Pachoutine ne, Dyachok ne. All.re: Messina.
Maccabi (12/29, 11/23, TL 12/14) – Solomon 20 (4/6, 4/8), Parker 10 (2/5, 2/4), Burstein 9 (2/2, 1/3), Vujcic 4 (1/6), Baston 6 (1/6, 0/1); Arnold 14 (2/4, 2/2), Penney 3 (1/1 da tre), Sharp 3 (1/4 da tre), Shason, Dotan ne, Caspi ne, Green ne. All.re: Gershon.
Rimbalzi: Csk 25 (Smodis 8), Mac 39 (Baston 15).
Assist:
Csk 13 (Papaloukas 7), Mac 8 (tre con 2).
Mvp: braccio destro di Messina, Theo Papaloukas, miglior realizzatore e assistman del Cska a queste Final4. Nessuna partita in doppia cifra, poi due in fila in tre giorni. In finale gli manca un assist a farne quanti il Maccabi tutto e lo punisce con l’arma che tiene a galla i gialli, le triple. Mvp qui e nella realtà, giustamente
Quintetto ideale: Papaloukas, Solomon, Langdon, Vanterpool, Smodis
Arbitri: Jungerbrand, Koukoulekidis, Belosevic
Spettatori: 18.000

Da BasketNet.it del 30/04/06

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